Attualità, 16/2010, 15/09/2010, pag. 508
Teologia ortodossa - Due convegni: nuove vie. Oltre la neopatristica
Basilio Petrà
Qualcosa sembra muoversi nell’ambito della teologia ortodossa: ci sono segni che mostrano il crescere in essa dell’esigenza di andare oltre le conquiste e i limiti del XX secolo. Il Novecento – com’è ben noto – è stato per la teologia ortodossa il secolo della riaffermazione della sua identità, a partire dal rinnovamento filocalico russo dell’Ottocento e dallo svilupparsi della filosofia religiosa russa tra Ottocento e Novecento. Quando con la rivoluzione del 1917 si è avuta la diaspora degli intellettuali ortodossi russi in Occidente, specialmente in Francia, si sono create le condizioni che hanno favorito – se non determinato – un simile processo di riaffermazione dell’identità ortodossa nel consesso delle confessioni cristiane, un processo che ha trovato in Georges Florovsky (1893-1979) e nella sua idea della sintesi neopatristica l’espressione più piena. I due punti nodali del cammino teologico ortodosso nel XX secolo – la sintesi neopatristica e l’antioccidentalismo – sono stati oggetto di studio e di riflessione critica in due recenti incontri di teologi ortodossi; il primo in Grecia all’inizio di giugno 2010 (cf. qui a p. 510) e l’altro a New York alla fine dello stesso mese.
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