Attualità, 14/2007, 15/07/2007, pag. 490
La teologia nella post-modernità: il cristianesimo come stile
Nel Nuovo Testamento la scrittura gode dello statuto paradossale di opera ed espressione culturale dello spirito umano nel suo incrociarsi con l’esistenza incarnata di Gesù, uomo di relazione ma non scriba egli stesso. Questo statuto dev’essere compreso nella sua doppia ragione messianica ed escatologica. è cioè espressione dello stile proprio del Nazareno, quella «santità ospitale» che è il connotato della relazione che egli instaura con quanti incrociano il suo cammino, che genera l’atto di fede e che permette la nascita di un nuovo tipo di scrittura e lettura: lo «stile» cristiano della Chiesa nascente. La riflessione del teologo Christoph Theobald, che qui proponiamo, evidenzia come un approccio stilistico di questo tipo offra alla teologia e alla stessa Chiesa nel tempo della post-modernità un orizzonte capace di dare significato all’autonomia della storia e al suo pluralismo interno. Oltre che, seguendo l’approfondimento di Piero Stefani sullo statuto proprio della Bibbia, un contributo in vista del prossimo Sinodo dei vescovi sulla Scrittura.
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