Attualità, 12/2012, 15/06/2012, pag. 385
La regola è il discernimento. Il cuore del Vaticano II per chi non l'ha vissuto. Enchiridion del 50°
Cinquanta. Sono gli anni trascorsi dalla solenne celebrazione inaugurale del concilio Va ticano II l’11 ottobre 1962. Ma anche dalla nascita, su questa scia, delle Edizioni Dehoniane Bologna e dal fiorire della rivista Il Regno, che a partire da quegli anni divenne uno dei principali strumenti informativi sulle sessioni e sulla stesura dei documenti conciliari. Pertanto il volume che presentiamo tramite la postfazione del gesuita e teologo Christoph Theobald * non è un volume celebrativo tra i tanti. È parte integrante della nostra storia. E le sue parole, che prendono per mano la nuova generazione di lettori «che non ha né conosciuto né ha vissuto i primi tempi discretamente conflittuali della sua recezione», indicano in quell’avvenimento ecclesiale l’emergere di un metodo: quello della «pastoralità», che tiene insieme la tradizione e coloro che l’hanno trasmessa, la recezione e l’apprendimento. Ciò che il Vaticano II lascia in eredità è un modus operandi che afferma che il processo di trasmissione della fede non può che avvenire secondo un modo e in una struttura «relazionale». La speranza – dice Theobald – è di poter ritrovare nelle «Galilee» dell’oggi questa esperienza come una nuova grande grazia.
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