Attualità, 22/2001, 15/11/2001, pag. 771
Lehmann-Bioetica e inizio della vita: il diritto di essere un uomo
Come coniugare assieme l’embriologia e i concetti teologici e filosofici di «persona» e di «dignità dell'uomo»?
Un appello a volte inflazionato può svalutare questi concetti. Essi acquistano oggi spessore e contenuto proprio riguardo alla tematica dello status morale dell'embrione e sono contenutisticamente determinati ed eticamente esigenti in relazione ai diritti umani. L'idea dei diritti dell'uomo comprende anche il comandamento dell'inviolabilità della persona umana e il divieto di renderla dipendente da altro rispetto al semplice fatto di essere uomo.
Il grande diritto dell'uomo, la protezione originaria, consiste nel fatto di non negare all'embrione in quanto uomo il biglietto di ingresso nel mondo e nella famiglia umana.
Non si toglie nulla – sostiene Lehmann – alle scienze umane, alla loro grandezza e ai loro successi attirando l'attenzione su qualche loro limite. Può la scienza semplicemente prescindere dal porsi la domanda di cosa sia ciò che analizza nella propria ricerca, che cosa sia il materiale biologico su cui lavora e che manipola? Non si adotta una sorprendente posizione nei riguardi degli oggetti quando si pone tra parentesi questa domanda?
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