Attualità, 6/1996, 15/03/1996, pag. 145
Terrorismo in Israele: da Purim a Purim
P. S.
Dietro le stragi terroristiche, divenute negli ultimi anni sanguinoso contrappunto della vita di molte società, non c'è solo una generica violenza dell'uomo contro l'uomo. Non ci sono neppure solo visioni politiche, ideologiche, culturali o religiose estremizzate. Vi è quanto si potrebbe chiamare l'assunzione della tecnica come orizzonte inglobante di politiche, ideologie, culture e religioni. La strage terroristica, a differenza dell'attentato, non individua infatti preventivamente i soggetti da colpire, opera invece in modo esattamente opposto esigendo la potenziale interscambiabilità delle vittime: quello che è capitato a loro può capitare a chiunque altro. Il senso di insicurezza che ci si prefigge di diffondere deriva appunto da questa sostituibilità. Ed è proprio questa radicale strumentalizzazione della morte a rendere le stragi terroristiche espressione dell'età della tecnica.
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