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Attualità
Attualità, 8/1993, 15/04/1993, pag. 211

Italia: Regno - ann.

R. P.

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Documenti, 2024-21

La Regina della pace

Nota circa l’esperienza spirituale legata a Medjugorje  

Dicastero per la dottrina della fede

«Sebbene questo non implichi una dichiarazione del carattere soprannaturale del fenomeno in parola…, e ricordando che i fedeli non sono obbligati a credervi, il nihil obstat indica che questi ultimi possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana attraverso questa proposta spirituale, e autorizza il culto» (n. 38). La Nota del Dicastero per la dottrina della fede La Regina della pace circa l’esperienza spirituale legata a Medjugorje, approvata dal papa e pubblicata il 19 settembre, non si pronuncia sulla natura soprannaturale e l’autenticità delle apparizioni, ma formula un giudizio complessivamente positivo sui messaggi, pur con alcune precisazioni. Vengono dunque approvate ufficialmente le devozioni mariane nel luogo di pellegrinaggio bosniaco di Medjugorje, sotto la supervisione del vescovo locale. I resoconti delle apparizioni, che continuano tuttora, sono stati indagati più volte dal Vaticano, ma non sono mai stati riconosciuti. La nota intende porre fine a decenni di dibattiti tra cui una disputa tra i vescovi locali e i francescani, che svolgono un ruolo centrale nella cura pastorale dei pellegrini – e contestazioni sul ruolo dei presunti veggenti. L’attuale decisione si basa sulle nuove Norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali, pubblicate in maggio (cf. Regno-doc. 11,2024,351), che hanno lo scopo di aiutare i vescovi locali a classificare meglio le presunte apparizioni mariane e altri fenomeni.

Documenti, 2024-17

Celebrare e vivere il giubileo

Lettera pastorale 2024-2025 di mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina

Il giubileo è il tema scelto dal vescovo di Latina Mariano Crociata per la sua lettera pastorale 2024-2025, che è stata presentata il 27 settembre e s’intitola «Oggi per questa casa è venuta la salvezza» (Lc 19,9). Celebrare e vivere il giubileo. La lettera vuole aiutare i fedeli a riscoprire «la ricchezza di significato spirituale e pastorale» del giubileo, che non si esaurisce in aspetti, come quello delle indulgenze, enfatizzati in epoca medievale.

La riflessione quindi recupera il senso del giubileo anticotestamentario, dove «il giubileo, come intensificazione del significato del sabato, è l’espressione più alta della risposta del popolo credente alla fedeltà di Dio all’alleanza» e «richiede di assumere impegni precisi di fronte ai fratelli», e neotestamentario, dove «il tempo giubilare si configura come quello segnato dalla presenza di Gesù che porta a realizzazione tutte le opere che il giubileo prescriveva e che ora trovano pieno compimento nella sua persona e nella sua azione».

Per arrivare a oggi: «Il giubileo diventi davvero l’occasione per una radicale revisione e correzione di un andazzo di vita personale e sociale che alla fine risulta miope perché autolesionistico e distruttivo. Noi credenti dobbiamo prendere coscienza, ora più che mai, che tutto questo è la fede a chiederlo e che essa non può più ridursi a un vago intimo sentimento o a un’osservanza formale di pratiche e di riti».

Attualità, 2024-17

Sulla luce

Lettera pastorale
di mons. Domenico Pompili, vescovo di Verona

«Se l’anno scorso a risvegliare la “sete” è stato il silenzio, quest’anno vorrei che fosse la “luce”. E perché mai proprio la luce? In un tempo di oscurità data dalle guerre e dalla violenza sulle persone e sull’ambiente, sento il bisogno di raccogliere perle di luce. La notte del mondo avanza, ma non potrà coprire la terra finché ci saranno alcuni che sanno raccogliere luce. D’altra parte, la Chiesa non è forse chiamata anche oggi a “fare luce” attraverso il suo modo di vivere e agire?». Dopo la prima sul silenzio (Regno-doc. 17,2023,524), la seconda lettera pastorale di mons. Domenico Pompili, vescovo di Verona dal 2022, è stata presentata l’8 settembre ed è intitolata Sulla luce. È strutturata come un dialogo con il fisico veronese Carlo Rovelli, «compagno di viaggio alla ricerca della luce».

A partire da una lettera di Rovelli, che riflette sulla realtà scientifica e spirituale della luce, il vescovo Pompili coglie alcune domande a cui cerca di rispondere parlando «il linguaggio della fede». E conclude: «Ho parlato la mia lingua di uomo di fede, Carlo, ma ti ringrazio di cuore perché sono state le tue domande a suggerirmi i percorsi da fare, senza certo pretendere di darti risposte, ma nella convinzione che la tua sapienza di scienziato mi interpella».

Sullo sfondo di questo di dialogo, nella terza parte della lettera, il vescovo delinea alcuni percorsi su cui vuole avviare la Chiesa veronese.