«La “dottrina della scoperta” non fa parte dell’insegnamento della Chiesa cattolica. La ricerca storica dimostra chiaramente che i documenti papali in questione, scritti in un periodo storico specifico e legati a questioni politiche, non sono mai stati considerati espressioni della fede cattolica. Allo stesso tempo, la Chiesa riconosce che queste bolle papali non riflettevano adeguatamente la pari dignità e i diritti dei popoli indigeni». La Nota congiunta sulla «dottrina della scoperta» dei Dicasteri per la cultura e l’educazione e per il servizio dello sviluppo umano integrale, pubblicata il 30 marzo 2023, ha voluto affrontare e risolvere definitivamente la questione della presunta «giustificazione teologica» data dalle autorità ecclesiastiche dell’epoca all’appropriazione delle terre degli indigeni da parte delle potenze coloniali. Il tema era riemerso periodicamente, ma soprattutto di recente in occasione della visita di papa Francesco in Canada (Regno-doc. 17,2022,532). La Nota ora pubblicata chiarisce anche che grazie a «un rinnovato dialogo con i popoli indigeni, soprattutto con quelli che professano la fede cattolica», la Chiesa ha acquisito «una maggiore consapevolezza delle loro sofferenze, passate e presenti, dovute all’espropriazione delle loro terre, che considerano un dono sacro di Dio e dei loro antenati, e alle politiche di assimilazione forzata, promosse dalle autorità governative del tempo, volte a eliminare le loro culture indigene».
All’interno del processo della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione» (informalmente chiamata «Sinodo sulla sinodalità»), nei mesi di febbraio e marzo 2023 si sono svolte 7 assemblee continentali. Quella europea si è tenuta dal 5 al 12 febbraio, prima tra i delegati delle 39 Chiese membri del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa (CCEE), poi tra i presidenti delle conferenze episcopali europee (cf. Regno-doc. 5,2023,140; Regno-att. 4,2023,73). Essa ha prodotto un testo che, rielaborato sulla base delle osservazioni pervenute, è stato consegnato alla Segreteria del Sinodo. Insieme a quelli delle altre assemblee continentali costituirà la base per la stesura dello «strumento di lavoro» (Instrumentum laboris) per la prima sessione dell’Assemblea sinodale, prevista per ottobre 2023.
Il Dossier conclusivo, com’è intitolato, presenta la fotografia di una Chiesa europea dove emergono tensioni irrisolte su molti livelli, trattate diffusamente nel c. 3 su «Le Chiese europee di fronte alla sinodalità: interrogativi e tensioni», e individua nello stile sinodale la modalità per ricomporle in «unità nella diversità».
Di fronte ai tentennamenti, alle sgrammaticature, alle ambiguità di alcuni esponenti dell’attuale destra di governo e di fronte a un clima di radicalizzazione che ha coinvolto alcuni commentatori e alcuni esponenti della sinistra, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a Cuneo il 25 aprile per le celebrazioni del 78° anniversario della Liberazione d’Italia dal regime fascista e dall’occupazione nazista, ha ricordato nell’ordine: il rapporto costitutivo tra antifascismo e Resistenza e tra Resistenza e Costituzione; tra Costituzione repubblicana e forma e valori delle istituzioni democratiche; tra antifascismo, Resistenza e principi di civiltà, che furono programmaticamente conculcati e annichiliti, in nome di teorie aberranti, dal fascismo.
La rivolta morale dei resistenti – ha detto il presidente – fu un movimento patriottico per il riscatto della nazione; la guerra di liberazione dal nazifascismo riguardò in forma plurale culture e componenti diverse della società e delle istituzioni; il significato attuale della Resistenza riguarda i valori condivisi di libertà e solidarietà, evidenziando come a livello internazionale quei valori siano oggi nuovamente minacciati in Europa, con la guerra d’invasione Russa in Ucraina.
Due le affermazioni che vanno oggi a correggere atteggiamenti politici inadeguati: non si può essere post-fascisti senza essere antifascisti; la Resistenza è patrimonio di tutti, non monopolio di qualcuno.
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