A
Parole delle religioni

Parole delle religioni

Come sé stessi… Dalla compassione nasce l'uguaglianza

P. Stefani
Il "dovere" della fraternità e la compassione come realtà relazionale: sue antropologie diverse, una delle quali ha segnato soprattutto l'Occidente e l'altra l'Oriente.

Con tutto il cuore. L'irrisolta ambiguità della condizione umana

P. Stefani
"Cuore" è una parola molto diffusa nella Bibbia. Ciò vale sia per l'Antico sia per il Nuovo Testamento. Ma l'uso biblico del termine differisce radicalmente da quello occidentale, di ascendenza soprattutto romantica.

Il succedersi delle generazioni. Saper incarnare i "segni dei tempi"

P. Stefani
Tutti apparteniamo a una generazione. E ogni generazione ha la sua responsabilità.

Una Pasqua lontana. "Ricordati che devi risorgere"

P. Stefani
Erano passati almeno tre decenni, ma a ogni Pasqua il pensiero tornava, fosse solo per qualche istante, a quel lontano episodio.

Due Marie. Il ruolo delle donne nella Chiesa

P. Stefani
I Vangeli non riferiscono mai di alcuna chiamata rivolta da Gesù a donne, finalizzata a renderle discepole e annunciatrici del Regno. Simile mancanza segna una netta discontinuità con il compito di testimoni e annunciatrici del Risorto, loro affidato a conclusione delle narrazioni evangeliche. Il mutamento si giustifica in base a quanto compiuto da alcune donne in occasione della morte e della sepoltura di Gesù.

Udire la Parola scritta. Possiamo vedere l'estasi delle parole

P. Stefani
L'oralità e la scrittura nella vita della Chiesa.

Tra sole e luna. Leopardi e Qoèlet

P. Stefani
Nel nostro vivere consueto è piuttosto raro essere illuminati soltanto dal notturno chiarore della luna. Peraltro pure le stelle si son fatte meno brillanti di un tempo. La luce artificiale ormai è presente quasi ovunque tanto da essere costretti, pure nel suo caso, a far ricorso alla parola inquinamento. Si tratta, in queste proporzioni, di un fenomeno relativamente recente. Se una sera ci si trovasse a Recanati i nostri occhi non vedrebbero né la «cara luna», né le «vaghe stelle dell’Orsa» con la stessa intensità con cui le scorse Giacomo Leopardi: la luce sarebbe meno diffusa e le «faci» celesti più tenui. Nonostante il grande lasso temporale trascorso e la differente latitudine, con ogni probabilità non fu invece così grande la differenza tra il cielo notturno visto dal biblico Qoèlet e quello osservato da Leopardi. Eppure proprio la volta celeste potrebbe essere assunta come simbolo della distanza, non solo temporale, che sussiste tra due autori che, per più versi, sembrano far vibrare in noi le stesse corde: «vanitas vanitatum» per l’uno, l’«infinita vanità del tutto» per l’altro.

Mitezza sabbatico. Uno stile di vita dignitoso

P. Stefani
Leggendo la Bibbia si incontrano tre distinte e complementari giustificazioni del perché bisogna osservare il sabato.

Ebraismo e blasfemia. Dio non maledirai

P. Stefani

Attraverso la pelle. Una teologia

P. Stefani
Il posto non era a lui ignoto. Anzi, gli aveva persino dedicato un breve pensiero stampato in un suo libretto. Tutttavia quella volta fu diverso. Fu un'esperienza di teologia epidermica.