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Documenti, 13/2025, 01/07/2025, pag. 386

Una comunità accanto al papa

Udienza ai superiori e agli officiali della Segreteria di Stato

Leone XIV

Il 5 giugno papa Leone XIV ha ricevuto in udienza i superiori e gli officiali della Segreteria di Stato, e nell’occasione ha tenuto un discorso che offre diversi elementi di interesse. Tra essi, il riferimento alla riforma della curia promossa da Paolo VI, che attribuiva proprio alla Segreteria di Stato un ruolo di coordinamento di tutta la curia romana. Se la riforma attuata da Francesco con la costituzione apostolica Praedicate Evangelium sembrava in parte limitare questo ruolo, l’interpretazione che ne offre Leone XIV appare volta a mantenerlo: «Paolo VI – espertissimo della curia romana – ha voluto dare a tale ufficio un nuovo assetto, di fatto costituendolo come punto di raccordo e, quindi, stabilendolo nel suo ruolo fondamentale di coordinamento degli altri dicasteri e delle istituzioni della sede apostolica. Questo ruolo di coordinamento della Segreteria di Stato viene ripreso nella recente costituzione apostolica Praedicate Evangelium». Un altro elemento d’interesse sta nella sottolineatura della composizione della Segreteria papale, oggi composta quasi per la metà da laici, molti dei quali donne: «Questo sviluppo ha fatto sì che la Segreteria di Stato oggi rifletta in sé stessa il volto della Chiesa. Si tratta di una grande comunità che lavora accanto al papa: insieme condividiamo le domande, le difficoltà, le sfide e le speranze del popolo di Dio presente nel mondo intero. Lo facciamo esprimendo sempre due dimensioni essenziali: l’incarnazione e la cattolicità».

 

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Documenti, 2025-17

La speranza di un rinnovamento ecclesiale

Discorso all'Assemblea della diocesi di Roma

Leone XIV

«Attraverso il processo sinodale, lo Spirito ha suscitato la speranza di un rinnovamento ecclesiale in grado di rivitalizzare le comunità, così che crescano nello stile evangelico, nella vicinanza a Dio e nella presenza di servizio e testimonianza nel mondo. Il frutto del cammino sinodale, dopo un lungo periodo di ascolto e di confronto, è stato anzitutto l’impulso a valorizzare ministeri e carismi, attingendo alla vocazione battesimale, mettendo al centro la relazione con Cristo e l’accoglienza dei fratelli, a partire dai più poveri, condividendone le gioie e i dolori, le speranze e le fatiche». Il 19 settembre papa Leone XIV ha partecipato, in quanto vescovo di Roma come egli stesso sottolinea, all’Assemblea della diocesi di Roma.

Nell’occasione ha sviluppato la propria interpretazione del significato della sinodalità, processo di riforma (per Leone «rinnovamento») ecclesiale ricevuto in eredità dal predecessore Francesco, abbracciandolo in pieno e riconducendolo al primato dell’evangelizzazione.

Insieme ha affidato alla diocesi tre compiti: la cura del rapporto tra iniziazione cristiana ed evangelizzazione, il coinvolgimento dei giovani e delle famiglie, «su cui oggi incontriamo diverse difficoltà», e la formazione a tutti i livelli.

Documenti, 2025-15

Aspirate a cose grandi

Omelia nel giubileo dei giovani a Tor Vergata

Leone XIV

Il 3 agosto papa Leone XIV ha celebrato a Tor Vergata, alla presenza di oltre un milione di giovani, la messa conclusiva della Giornata mondiale della gioventù, detta anche «giubileo dei giovani», sinora la più grande funzione religiosa dell’anno santo, oltre alla più grande messa celebrata da Leone XIV. Ha esortato i giovani a puntare in alto nella loro vita e a non accontentarsi di cose superficiali. «Comprare, ammassare, consumare, non basta. Abbiamo bisogno di alzare gli occhi, di guardare in alto, alle “cose di lassù”…, per renderci conto che tutto ha senso, tra le realtà del mondo, solo nella misura in cui serve a unirci a Dio e ai fratelli nella carità». Infatti «la pienezza della nostra esistenza non dipende da ciò che accumuliamo… È legata piuttosto a ciò che con gioia sappiamo accogliere e condividere». Nell’omelia, tenuta a tratti in spagnolo e in inglese oltre che in italiano, ha esortato i giovani: «Aspiriamo continuamente a un “di più” che nessuna realtà creata ci può dare; sentiamo una sete grande e bruciante a tal punto, che nessuna bevanda di questo mondo la può estinguere. ... Facciamone uno sgabello su cui salire per affacciarci, come bambini, in punta di piedi, alla finestra dell’incontro con Dio. Ci troveremo di fronte a lui, che ci aspetta, anzi che bussa gentilmente al vetro della nostra anima… Ed è bello, anche a vent’anni, spalancargli il cuore, permettergli di entrare, per poi avventurarci con lui verso gli spazi eterni dell’infinito.

 

Documenti, 2025-13

Pace ed evangelizzazione

Discorso ai vescovi della Conferenza episcopale italiana

Leone XIV

Il 17 giugno i vescovi italiani si sono riuniti a Roma per un’Assemblea generale straordinaria, richiesta da alcuni adempimenti straordinari dopo che quella ordinaria era stata rimandata all’autunno; e questo perché la II Assemblea sinodale di aprile non aveva trovato l’accordo sul documento finale (cf. Regno-att. 8,2025,195). Nel corso dell’Assemblea straordinaria sono stati ricevuti in udienza da Leone XIV, che ha rivolto loro il primo discorso dall’inizio del pontificato l’8 maggio. E non a caso il papa esorta così i vescovi: «Restate uniti e non difendetevi dalle provocazioni dello Spirito. La sinodalità diventi mentalità, nel cuore, nei processi decisionali e nei modi di agire». Ma accanto a questo, di fronte alla costatazione che «la comunità cristiana di questo paese si trova da tempo a dover affrontare nuove sfide, legate al secolarismo, a una certa disaffezione nei confronti della fede e alla crisi demografica», indica loro quattro attenzioni pastorali: uno slancio rinnovato nell’annuncio e nella trasmissione della fede; il tema della pace; le «sfide che interpellano il rispetto per la dignità della persona umana», in particolare quelle provenienti dalle nuove tecnologie; e «coltivare la cultura del dialogo». A cui aggiunge tre esortazioni: procedere «nell’unità, specialmente pensando al Cammino sinodale»; guardare al domani con serenità, senza «timore di scelte coraggiose»; avere cura che i laici «siano protagonisti dell’evangelizzazione».