Proteggere gli informatori
Procedura in materia di segnalazioni ai sensi dell’art. 7 dello Statuto dell’Ufficio del revisore generale
Il 24 gennaio la Santa Sede ha emanato delle nuove misure per combattere la corruzione al proprio interno e nello Stato della Città del Vaticano, dopo che nel 2016 aveva aderito alla Convenzione di Mérida delle Nazioni Unite contro la corruzione, e che nel 2022 papa Francesco, con la costituzione apostolica Praedicate Evangelium, aveva affidato all’Ufficio del revisore generale (attualmente Alessandro Cassinis Righini) il compito di raccogliere le segnalazioni di quanti denunciano illeciti finanziari tra le mura vaticane. Si tratta della Procedura in materia di segnalazioni ai sensi dell’art. 7 dello Statuto dell’Ufficio del revisore generale, entrata in vigore il 1° febbraio 2024.
Le nuove norme prevedono che i segnalanti, detti anche «whistleblowers», siano tutelati nella segretezza della loro identità, che può essere eventualmente rivelata solo all’autorità giudiziaria; viceversa non è possibile fare segnalazioni anonime.
Il documento è un ulteriore passo nell’impegno del pontificato di Francesco contro la corruzione e per la trasparenza nelle attività finanziarie della Santa Sede, ed è stato pubblicato a poche settimane dalla conclusione in Vaticano del «maxiprocesso» sulla gestione dei fondi della Segreteria di stato e la compravendita del palazzo di Sloane Avenue a Londra (cf. Regno-att. 2,2024,4).
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