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Documenti
Documenti, 15/2024, 01/09/2024, pag. 495

Voci dalle cattedrali

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Leggi anche

Documenti, 2025-7

Parlare di pace

Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana (Roma, 10-12 marzo 2025)

Dopo aver ricordato nella preghiera papa Francesco, ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma dal 14 febbraio, il Consiglio permanente della CEI è entrato nel vivo del suo ordine del giorno. Si è parlato di giubileo e della necessità che esso sia accompagnato da «gesti concreti» che ne incarnino lo spirito, con particolare riferimento alla pace, all’ecologia e al mondo del carcere. Rapido, nel Comunicato finale, il cenno al Sinodo italiano, dal quale si coglie che sarà la Presidenza della CEI, assieme ai vescovi della Presidenza del Comitato nazionale del Sinodo, a stilare le Proposizioni in discussione alla II Assemblea del 31 marzo – 3 aprile. Ampio spazio è stato dato al tema della pace senza «se» e senza «ma», con ampia eco del magistero recente di Francesco: no alla retorica bellicistica, no all’innalzamento delle spese militari, no ai «nazionalismi antiumani». Quanto ai «temi della sicurezza e della difesa, è fondamentale che tali preoccupazioni non diventino tamburi di guerra» – affermano i presuli guardando all’Europa –. D’altra parte è opportuna una «Camaldoli europea», così come l’ha definita il cardinale presidente, il card. Matteo Maria Zuppi, anche come rilancio dell’impegno dei cattolici in politica che hanno vissuto una sorta di piccola primavera nella Settimana sociale di Trieste.

Documenti, 2025-7

La liturgia nelle lingue maya

Dicastero per il culto divino; Conferenza dell’episcopato messicano; Card. Felipe Arizmendi

La Santa Sede ha approvato una serie di adattamenti liturgici per le comunità indigene dello Stato messicano del Chiapas, e secondo il card. Felipe Arizmendi Esquivel, vescovo emerito di San Cristóbal de Las Casas, questa decisione trasforma alcune espressioni indigene in «liturgia della Chiesa». Il Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha concesso la recognitio l’8 novembre 2024, approvando gli Adattamenti all’Ordinario della messa a uso facoltativo elaborati dalla Conferenza dell’episcopato messicano per le etnie tseltal, tsotsil, ch’ol, tojolabal e zoque. Le novità sono soprattutto tre: il ruolo di guida, in alcuni momenti della messa, di un laico (o laica), una danza tipica dopo la comunione e il servizio delle «incensatrici» durante la celebrazione.
Pubblichiamo:

 La lettera del prefetto del Dicastero per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, il card. Arthur Roche, che accompagna il decreto di riconoscimento degli adattamenti (www.aciprensa.com, 15.11.2024, nostra traduzione dallo spagnolo);

 Gli Adattamenti della Conferenza dell’episcopato messicano all’Ordinario della messa per uso facoltativo(www.aciprensa.com, 15.11.2024, nostra traduzione dallo spagnolo);

 La Nota esplicativa della Conferenza dell’episcopato messicano sugli adattamenti liturgici approvati (www.cultodivino.va, 25.11.2024);

 L’articolo Adattamenti liturgici indigeni del card. Felipe Arizmendi, vescovo emerito di San Cristóbal de Las Casas (www.aciprensa.com, 13.11.2024, nostra traduzione dallo spagnolo).

Documenti, 2025-7

Una conversione ecologica

Federazione delle Conferenze 
episcopali dell’Asia (FABC)

I vescovi asiatici chiedono a tutti i fedeli e alle Chiese di affrontare la crisi ecologica, nel decimo anniversario dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco. La Federazione delle conferenze episcopali dell’Asia (FABC) in una lettera pastorale alle Chiese locali dell’Asia sulla cura del creato intitolata Una chiamata alla conversione ecologica, pubblicata il 15 marzo 2025 durante l’Assemblea plenaria, ha alzato un grido di allarme per la situazione ecologica del continente: «In tutta l’Asia vediamo la creazione gemere sotto il peso dell’indifferenza, dell’abuso e dello sfruttamento umano. Le conseguenze sono già visibili e scientificamente attestate». E sono sfide come la deforestazione, la perdita di biodiversità, l’innalzamento del livello del mare, lo spostamento delle popolazioni costiere, l’insicurezza idrica, l’inquinamento atmosferico e le sue conseguenze sulla salute, eventi meteorologici più frequenti ed estremi, crisi agricole e insicurezza alimentare. Tuttavia i vescovi, cogliendo lo spunto offerto dal giubileo di quest’anno, intravvedono anche dei segni di speranza: la resilienza delle comunità locali e delle popolazioni indigene, il fiorire di ministeri e corsi di formazione sui temi dell’enciclica Laudato si’, la crescente partecipazione dei giovani e la cooperazione tra comunità religiose e organizzazioni non governative nella difesa del creato. E indicano nella Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 30), che si terrà in novembre in Brasile, il momento in cui chiedere ai Governi un impegno maggiore per la mitigazione e l’adattamento.