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Documenti, 11/2024, 01/06/2024, pag. 351

Norme sulle apparizioni

Dicastero per la dottrina della fede

Il «voto» più negativo che un vescovo, d’intesa con il Dicastero per la dottrina della fede, potrà d’ora in poi esprimere a proposito di un presunto fenomeno soprannaturale (tipicamente: un’apparizione mariana) sarà una «declaratio de non supernaturalitate», mentre il più positivo sarà un «nihil obstat», ovvero un apprezzamento del valore pastorale e una promozione della proposta spirituale legati al fenomeno. In mezzo, altri quattro gradi di valutazione, di diversa prudenza. È questa la sostanziale novità delle nuove Norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali, presentate dal Dicastero per la dottrina della fede il 17 maggio 2024 e per le quali papa Francesco, approvandole il 4 maggio, ha disposto l’entrata in vigore il 19 maggio. Il perno attorno al quale le nuove norme ruotano è la sostituzione dell’orientamento, che nella storia della Chiesa appartiene a una tradizione recente, a pronunciarsi direttamente sulla soprannaturalità o non soprannaturalità di un fenomeno, con un discernimento meno vincolante per l’autorità ecclesiastica che lo esprime e più aperto alle possibili evoluzioni del fenomeno stesso, in positivo o in negativo. Tra le prime conseguenze che ci si attendono per questo documento, la formulazione del «nihil obstat», eventualmente con qualche chiarimento, a proposito del fenomeno Medjugorje.

 

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Documenti, 2024-11

Dignitas infinita

Dichiarazione circa la dignità umana

Dicastero per la dottrina della fede

Con la dichiarazione Dignitas infinita circa la dignità umana, pubblicata l’8 aprile, il Dicastero per la dottrina della fede guidato dal card. Víctor Fernández ha voluto «chiarire alcuni equivoci che sorgono spesso a riguardo della dignità umana e... affrontare alcune gravi e urgenti questioni concrete a essa collegate». Alla base c’è l’affermazione che «la Chiesa, alla luce della rivelazione, ribadisce e conferma in modo assoluto questa dignità ontologica della persona umana, creata a immagine e somiglianza di Dio e redenta in Cristo Gesù». Accanto alla riaffermata condanna, più volte espressa nel passato, di aborto ed eutanasia, entrano temi come la maternità surrogata, che viola sia la dignità della donna sia quella del bambino; il cambio di sesso, salvo la correzione chirurgica di «anomalie»; la «teoria del gender».

Molta attenzione è dedicata anche a mali sociali che attentano alla dignità umana, come lo sfruttamento, la pena di morte, la guerra, la distruzione dell’ambiente, l’ingiusta distribuzione dei beni: tutti temi che stanno particolarmente a cuore a papa Francesco, il quale – come afferma il card. Fernández nella Presentazione – ha chiesto per approfondire questi aspetti una profonda rielaborazione di un testo che era già passato attraverso quattro bozze.

Documenti, 2024-5

Gestis verbisque

Nota del Dicastero per la dottrina della fede sulla validità dei sacramenti

La materia e la forma «rappresentano l’elemento sensibile e oggettivo del sacramento», mentre «l’intenzione del ministro… rappresenta il suo elemento interiore e soggettivo». Essa, tuttavia, «tende per sua natura a manifestarsi anche esternamente attraverso l’osservanza del rito stabilito dalla Chiesa, cosicché la grave modifica degli elementi essenziali introduce anche il dubbio sulla reale intenzione del ministro, inficiando la validità del sacramento celebrato» (n. 19). L’invalidità dei sacramenti celebrati, con la conseguenza di dover ripetere il rito, è il problema che ha indotto il Dicastero per la dottrina della fede, con l’incoraggiamento e l’espressa approvazione di papa Francesco, a pubblicare il 3 febbraio questa «nota». In essa il Dicastero, con ampie citazioni del magistero conciliare e postconciliare, offre «alcuni elementi di carattere dottrinale» sulla validità della celebrazione dei sacramenti, «prestando attenzione anche ad alcuni risvolti disciplinari e pastorali» (n. 4). Le conclusioni sono chiare: «Appare sempre più urgente maturare un’arte del celebrare che, tenendosi a distanza tanto da un rigido rubricismo quanto da una fantasia sregolata, conduca a una disciplina da rispettare, proprio per essere autentici discepoli» (n. 27).

 

 

Documenti, 2024-3

Sulla ricezione di Fiducia supplicans

Comunicato stampa del Dicastero per la dottrina della fede

Il 4 gennaio, di fronte alle reazioni seguite alla dichiarazione Fiducia supplicans (Regno-doc. 1,2024,8 e 16), il Dicastero per la dottrina della fede ha pubblicato su L’Osservatore romano un Comunicato stampa circa la ricezione di Fiducia supplicans, in cui sono affrontate le principali questioni emerse dopo la pubblicazione. L’accusa di blasfemia è rigettata decisamente, sulla base del fatto che «il documento è chiaro e classico sul matrimonio e sulla sessualità».

Rispetto alle possibili difficoltà di contesti locali in cui rispetto all’omosessualità «ci sono forti questioni culturali e perfino legali, che richiedono tempo e strategie pastorali che vanno oltre i breve termine», «resta importante che queste conferenze episcopali non sostengano una dottrina differente da quella della Dichiarazione approvata dal papa, in quanto è la dottrina di sempre, ma piuttosto che propongano la necessità di uno studio e di un discernimento per agire con prudenza pastorale in un tale contesto».

In sostanza il comunicato stampa ribadisce che la vera novità magisteriale di Fiducia supplicans sta nell’insegnamento sulle benedizioni, e nell’invito a distinguere in proposito tra forme «liturgiche o ritualizzate» – da evitare nel caso delle coppie «irregolari» – e forme «spontanee o pastorali», che sono la modalità più adatta a valorizzare «la fede semplice del popolo di Dio, che anche in mezzo ai suoi peccati esce dall’immanenza e apre il suo cuore per chiedere l’aiuto di Dio». Queste ultime sono descritte come «benedizioni di pochi secondi, senza Rituale e senza Benedizionale».