Voci dalle cattedrali
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Biagio De Giovanni è filosofo e politico. Accademico dei Lincei e docente emerito di Filosofia politica presso l’Università L’Orientale di Napoli, di cui è stato rettore dal 1987 al 1989, dal 1981 al 1986 ha diretto Il Centauro. Rivista di filosofia e teoria politica. Nel 1989 e nel 1994 è eletto al Parlamento europeo prima nelle file del Partito comunista (PCI) e poi del Partito democratico della sinistra. Affrontiamo con lui i recenti eventi di guerra in Ucraina e di come essi si stanno interpretando in Europa, segnatamente in Italia.
Con la brutale guerra d’aggressione all’Ucraina, che il presidente russo ha promosso personalmente senza alcuna causa esterna, non solo è stata violata l’integrità territoriale di una nazione sovrana, ma allo stesso tempo è stato condotto un attacco all’ordine dei valori dell’Europa e delle Nazioni Unite. Il popolo ucraino sta resistendo alla superiorità russa con grande determinazione e abnegazione, ma anche grazie all’incontenibile coraggio della disperazione.
Se gli ucraini fossero privi di capacità di decisioni autonome, allora è presumibile che tra la resa e la resistenza gli ucraini avrebbero scelto la prima opzione. Invece hanno deciso di resistere perché semplicemente era l’unica condizione che avrebbe potuto garantire l’esistenza del loro stato. Che poi è la condizione necessaria per avere una storia o almeno essere parte in modo autonomo di una storia. Resistere è dunque una espressione di lealtà alle proprie istituzioni.
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