I ministeri istituiti in Italia
Come i recenti motu proprio di papa Francesco Spiritus Domini e Antiquum ministerium sui ministeri istituiti si rifanno al magistero conciliare e al documento di Paolo VI Ministeria quaedam (1972), che ne disponeva l’attuazione, così questa Nota «ad experimentum» sui ministeri istituiti del lettore, dell’accolito, del catechista della Conferenza episcopale italiana rimanda, ampliandolo, al magistero dell’episcopato italiano in materia prodotto lungo tutti gli anni Settanta. La Nota è stata pubblicata il 13 luglio ed è firmata da mons. Brambilla, presidente della Commissione episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, e da mons. Busca, presidente della Commissione episcopale per la liturgia.
Centrale, nel documento CEI, il punto 3, che sintetizza «identità» e «compiti» del lettore, dell’accolito e del catechista istituito; la formulazione tiene conto, ovviamente, del fatto che si sta parlando di ministri istituiti, che secondo la decisione del papa possono essere sia uomini sia donne. Per tutte e tre le tipologie di ministri istituiti si delineano inoltre, al punto 4, «percorsi formativi idonei» (da svolgersi con l’ausilio degli istituti di teologia e di scienze religiose del territorio) ad «aiutare nel discernimento sull’idoneità intellettuale, spirituale e relazionale dei candidati; perfezionare la formazione in vista del servizio specifico…; consentire un aggiornamento biblico, teologico e pastorale continuo».
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