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Documenti, 15/2022

Disponibile per tutti

Desiderio desideravi

Lettera apostolica sulla formazione liturgica del popolo di Dio

Francesco

«Sarebbe banale leggere le tensioni, purtroppo presenti attorno alla celebrazione, come una semplice divergenza tra diverse sensibilità nei confronti di una forma rituale. La problematica è anzitutto ecclesiologica. Non vedo come si possa dire di riconoscere la validità del Concilio… e non accogliere la riforma liturgica nata dalla Sacrosanctum Concilium, che esprime la realtà della liturgia in intima connessione con la visione di Chiesa mirabilmente descritta dalla Lumen gentium. Per questo – come ho spiegato nella lettera inviata a tutti i vescovi – ho sentito il dovere di affermare che “i libri liturgici promulgati dai santi pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, in conformità ai decreti del concilio Vaticano II, sono l’unica espressione della lex orandi del Rito romano”». Il 29 giugno è stata pubblicata la lettera apostolica Desiderio desideravi sulla formazione liturgica del popolo di Dio, con la quale papa Francesco ha inteso approfondire quanto disposto dal motu proprio Traditionis custodes del 2021 sull’uso della liturgia romana anteriore alla riforma del 1970.

La lettera Desiderio desideravi chiarisce definitivamente che rifiutare la riforma liturgica equivale a rifiutare il concilio Vaticano II.

Francesco: salvaguardare il carisma

Ad charisma tuendum

Francesco

Il 22 luglio papa Francesco ha pubblicato la lettera apostolica in forma di motu proprio Ad charisma tuendum. In essa Francesco applica i principi stabiliti dalla costituzione apostolica Praedicate Evangelium, che riforma la curia romana, alla prelatura personale dell’Opus Dei, e stabilisce che quest’ultima dipenda dal Dicastero per il clero, e il suo prelato non possa essere un vescovo (www.vatican.va).

 

La formazione liturgica secondo Guardini

Massimo Naro

«Lo scopo precipuo della formazione liturgica è, per Guardini, aiutare l’uomo contemporaneo a “diventare nuovamente capace di simboli”. Il reale si capisce e si abita davvero, proprio se si accetta – come una sorta di sacro ministero – questa sua complessità, vale a dire questa sua qualità relazionale: il simbolismo liturgico dimostra che se il reale non è relazionale, diventa irrazionale, a dispetto di ogni razionalistico tentativo di chiarirne i paradossi e le apparenti contraddizioni». Data la vicinanza della riflessione guardiniana con la lettera apostolica Desiderio desideravi di papa Francesco sulla formazione liturgica, in una relazione dal titolo «Complexa realitas: la teologia liturgica di Romano Guardini» il teologo Massimo Naro ha approfondito la lezione del filosofo e teologo italo-tedesco sulla liturgia e la formazione liturgica, rielaborando e ampliando un testo proposto lo scorso 6 maggio in occasione del XVII Convegno liturgico-pastorale presso la Pontificia facoltà teologica di Sicilia.

 

Sinodalità: la sintesi italiana

Conferenza episcopale italiana

Le chiavi interpretative, i «dieci nuclei attorno a cui sono state organizzate le riflessioni emerse dalle sintesi diocesane» – sviluppate da 50.000 gruppi sinodali, per un totale di 219 testi pervenuti alla CEI – riescono a fornire un quadro critico esaustivo del panorama ecclesiale italiano e, a partire da questo, anche una direzione per il prossimo anno pastorale (cf. anche in questo numero a p. 476). Nella Sintesi nazionale della fase diocesana, pubblicata il 18 agosto, si dice dunque del fatto che la Chiesa soffra di un «debito di ascolto» nei confronti dei giovani, delle «vittime di abusi sessuali e di coscienza»… O che l’«accoglienza» debba partire innanzitutto da «differenze» rispetto alle quali il corpo ecclesiale spesso si mostra impermeabile: generazionali, nate da storie ferite, di genere, d’orientamento sessuale, culturali, sociali o legate alla disabilità. Acuta l’idea di puntare alle «relazioni» più che all’elenco di singole categorie di soggetti ecclesiali, perché «l’incontro con le persone non va vissuto come un corollario, ma come il centro dell’azione pastorale». E così anche per gli altri nuclei – «celebrare», «comunicazione», «condividere», «dialogo», «casa», «passaggi di vita», «metodo» –: una sintesi molto consapevole dei limiti, ma anche in grado – se le sfide verranno raccolte – di proporre possibili vie d’uscita.

 

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Il secondo anno del Cammino sinodale

Conferenza episcopale italiana

Com’è ormai noto, il Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia (cf. Regno-doc. 19,2021,582) prevede un percorso pluriennale dal 2021 al 2025, ed è suddiviso in una fase narrativa di due anni, una sapienziale e infine una profetica. Il primo anno della fase narrativa ha coinciso con la I fase del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità, in un «confronto a tutto campo sulla Chiesa», mentre nel secondo anno (2022-2023) le diocesi italiane si concentreranno «sulle priorità generali che saranno emerse dalla consultazione generale come quelle più urgenti per le Chiese in Italia».

Il 12 luglio la Conferenza episcopale italiana ha pubblicato I cantieri di Betania, il testo che contiene le indicazioni per il secondo anno della fase narrativa. Esso si basa su quanto emerso nella fase diocesana del Sinodo dei vescovi (cf. la Sintesi italiana in questo numero a p. 468) e orienta le diocesi a un analogo confronto tra tutte le comunità e realtà diocesane su tre «cantieri» che sono stati individuati: l’ascolto dei diversi «mondi» in cui i cristiani vivono e lavorano, con la connessa questione dei linguaggi da apprendere («cantiere della strada e del villaggio»); le relazioni e le strutture comunitarie («cantiere dell’ospitalità e della casa»), compreso il tema degli organismi di partecipazione; e l’ambito dei servizi e ministeri ecclesiali, con anche la questione della corresponsabilità femminile nella comunità cristiana («cantiere delle diaconie e della formazione spirituale»). Un quarto tema sarà a scelta delle diocesi.

Voci dalle cattedrali

LUCCA Secondo rapporto sull’economia civile Il 4 luglio viene presentato presso l’arcivescovado di Lucca il secondo rapporto sull’economia civile in provincia di Lucca, intitolato Sguardi avanti (bit.ly/3RfxnwO), che analizza sulla base dei dati statistici i cambiamenti e le tendenze in atto nella provincia di Lucca e alcune esperienze di economia civile sul territorio. Il percorso...

La famiglia cambiata

Lisa Sowle Cahill, Hélène Bricout, Alain Thomasset

Nell’ambito dell’Anno «Famiglia Amoris laetitia», lanciato nel 2021 da papa Francesco e conclusosi a Roma il 26 giugno 2022 con il X Incontro mondiale delle famiglie, dall’11 al 14 maggio si è svolto a Roma un Convegno internazionale di teologia morale su «Pratiche pastorali, esperienza di vita e teologia morale: Amoris laetitia tra nuove opportunità e nuovi cammini», organizzato su impulso del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita dalla Pontificia università gregoriana e dal Pontificio istituto teologico Giovanni Paolo II per le scienze del matrimonio e della famiglia.

Rimandando per una lettura complessiva all’articolo su Regno-att. 12,2022,362, proponiamo qui in versione integrale tre relazioni sugli sviluppi nella morale familiare maturati nella riflessione teologica e nei Sinodi 2014 e 2015 sulla famiglia e avallati dall’esortazione pastorale postsinodale Amoris laetitia.

– «Complessità delle relazioni familiari. Realtà sociali, dilemmi pastorali, comprensione morale», di Lisa Sowle Cahill (Boston College, Boston);

«I sacramenti, per nutrire la vita coniugale e familiare», di Hélène Bricout (Institut catholique, Parigi);

«Coscienza, norme e discernimento», di Alain Thomasset si (Centre Sèvres, Parigi).

Gli Atti completi sono in corso di pubblicazione. 

Salvare l’unità

Appelli della Conferenza di Lambeth 2022

La Comunione anglicana ha rinnovato ancora una volta il proprio impegno all’unità tra le sue 42 province, diffuse in 165 paesi del mondo, pur riconoscendo al proprio interno «profonde divisioni», derivanti dall’atteggiamento nei confronti dell’omosessualità. È in sintesi l’esito della 15a Conferenza di Lambeth (Canterbury, 26.7-8.8.2022), l’incontro internazionale dei vescovi anglicani che si tiene ogni dieci anni circa per discutere i problemi della Chiesa e del mondo e stabilire la missione della Chiesa nel decennio a venire. Il documento approvato dai circa 650 vescovi riuniti, gli Appelli di Lambeth (Lambeth calls), afferma le convinzioni della Comunione anglicana rispetto a 10 temi: missione ed evangelizzazione, Chiesa sicura, identità anglicana, riconciliazione, dignità umana, ambiente e sviluppo sostenibile, unità cristiana, relazioni interreligiose, discepolato, scienza e fede.

Pubblichiamo i capitoli «Identità anglicana», in cui si prospetta una rivalutazione degli «strumenti di comunione» che esprimono l’interdipendenza anglicana e l’ipotesi di aggiungerne un quinto; e «Unità dei cristiani», in cui si manifesta rammarico per il fatto che «nonostante la notevole convergenza sulle questioni dottrinali, l’accordo sui modelli di governo si è rivelato più difficile».