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Documenti, 13/2021, 01/07/2021, pag. 421

XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi: cronoprogramma

Il 24 aprile papa Francesco ha approvato un nuovo itinerario sinodale per la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, inizialmente prevista per il mese di ottobre del 2022, sul tema «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione». La Segreteria generale del Sinodo dei vescovi le ha diffuse con una Nota del 21 maggio.

 

Il 24 aprile papa Francesco ha approvato un nuovo itinerario sinodale per la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, inizialmente prevista per il mese di ottobre del 2022, sul tema «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione». La Segreteria generale del Sinodo dei vescovi le ha diffuse con una Nota del 21 maggio.

       Il percorso si articolerà in tre fasi, tra l’ottobre 2021 e l’ottobre 2023, passando per una fase diocesana e una continentale, che daranno vita a due differenti Instrumentum laboris, fino a quella conclusiva a livello di Chiesa universale. L’articolazione delle differenti fasi è finalizzata a un ascolto reale del popolo di Dio e vuole garantire la partecipazione di tutti al processo sinodale.

       Apertura del Sinodo (ottobre 2021): avrà luogo tanto in Vaticano quanto in ciascuna diocesi. Il cammino sarà inaugurato dal papa il 9-10 ottobre e con le medesime modalità si aprirà nelle diocesi il 17 ottobre, presieduto dal vescovo.

       – Fase diocesana (ottobre 2021 – aprile 2022): è la fase di consultazione del popolo di Dio. La Segreteria generale del Sinodo invierà un Documento preparatorio, accompagnato da un questionario e da un Vademecum con proposte per realizzare la consultazione in ciascuna diocesi. La consultazione nelle diocesi si svolgerà attraverso gli organi di partecipazione previsti dal diritto, dopodiché i contributi delle diocesi saranno inviati alle rispettive conferenze episcopali.

       Si aprirà quindi un periodo di discernimento da parte delle conferenze episcopali sui contributi ricevuti dalle diocesi. Le sintesi saranno inviate alla Segreteria generale insieme ai contributi di ogni Chiesa particolare (prima di aprile 2022).

       Si riceveranno anche i contributi inviati dai dicasteri della curia romana, dalle università e facoltà di Teologia, dagli organismi dei religiosi e dai movimenti internazionali dei laici. A questo punto la Segreteria generale del Sinodo procederà alla redazione del primo Instrumentum laboris, che pubblicherà nel settembre 2022.

       – Fase continentale (settembre 2022 - marzo 2023). La finalità di questa fase è di dialogare a livello continentale sul testo del primo Instrumentum laboris, realizzando un ulteriore atto di discernimento alla luce delle particolarità culturali specifiche di ogni continente. Le riunioni internazionali di conferenze episcopali (come il CELAM, la COMECE ecc.) nomineranno un responsabile che possa fungere da referente e da collegamento tanto con le conferenze episcopali quanto con la Segreteria generale. Le Assemblee termineranno con la redazione di un documento finale, che sarà inviato alla Segreteria generale del Sinodo (marzo 2023). Quest’ultima procederà alla redazione del secondo Instrumentum laboris prima di giugno 2023.

       –Fase della Chiesa Universale (ottobre 2023). La Segreteria generale del Sinodo invierà il secondo Instrumentum laboris ai partecipanti all’Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che quindi si celebrerà a Roma secondo le procedure stabilite nella costituzione apostolica Episcopalis communio.

Tipo Documento - Parte / Inserto
Tema Sinodo dei vescovi
Area
Nazioni

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Continuare a unire l’Europa

Commissione degli episcopati dell’Unione Europea (COMECE)

Non sfugge ai vescovi cattolici europei la vastità e gravità delle sfide che l’Unione Europea ha davanti, e in due recenti prese di posizione dell’organismo che li rappresenta, la Commissione degli episcopati dell’Unione Europea (COMECE), queste sfide sono tutte elencate: la guerra portata dalla Russia contro l’Ucraina nel cuore del continente; un allargamento, che nel 2024 compie 20 anni, che si è compiuto senza creare un vero spirito europeo; la richiesta di adesione di altri paesi dell’Est. Tuttavia – si legge nella Dichiarazione del 22 aprile intitolata Continuiamo a costruire insieme l’Europa – l’episcopato cattolico europeo è fortemente convinto della bontà del progetto continentale: «Oltre a essere una necessità geopolitica per la stabilità del nostro continente, consideriamo la prospettiva di una futura adesione all’UE come un forte messaggio di speranza per i cittadini dei paesi candidati e come una risposta al loro desiderio di vivere in pace e giustizia».

E il caposaldo di questo progetto è la democrazia, hanno affermato nella presa di posizione intitolata Rafforzare la cultura della democrazia (31.5.2024), poiché «la dignità di ogni residente in Europa, i diritti umani, i valori della giustizia, della solidarietà e della sussidiarietà sono intrecciati con la democrazia». Questo a una settimana dalle elezioni europee del 6-9 giugno, per le quali cf. Regno-doc. 7,2024,193.

 

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Oltre il mito della sovranità nazionale

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Omri Boehm

Il 7 maggio il filosofo Omri Boehm ha tenuto il «Discorso all’Europa» di quest’anno, dal titolo «Ombre della storia, spettri del presente: la guerra in Medio Oriente e la sfida all’Europa», nella Judenplatz di Vienna. Si tratta del terzo appuntamento di questo genere dopo lo storico Timothy Snyder e l’attivista per i diritti umani Oleksandra Matviichuk (Regno-att. 12,2023,351). Secondo Boehm, professore associato di Filosofia presso la New School for Social Research di New York, il conflitto israelo-palestinese sta avendo un profondo impatto sull’Europa. Le risposte molto diverse dei singoli paesi europei sono radicate nella storia, e la loro tensione sta diventando sempre più esplosiva sulla scia dei recenti eventi in Medio Oriente, e minaccia di lacerare l’Unione Europea.

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