La registrazione civile del clero in Cina
Orientamenti pastorali
«Se un vescovo o un sacerdote decide di registrarsi civilmente ma il testo della dichiarazione per la registrazione non appare rispettoso della fede cattolica, egli preciserà per iscritto all’atto della firma che lo fa senza venir meno alla dovuta fedeltà ai principi della dottrina cattolica». Gli Orientamenti pastorali della Santa Sede circa la registrazione civile del clero in Cina, pubblicati il 28 giugno, precisano le condizioni alle quali i preti e i vescovi cinesi possono registrarsi davanti alle autorità, come richiesto dai nuovi regolamenti cinesi sulle attività religiose, senza venir meno alle proprie convinzioni di coscienza. La registrazione è consigliata, intesa «all’unico fine di favorire il bene della comunità diocesana e la sua crescita nello spirito di unità, come anche un’evangelizzazione adeguata alle nuove esigenze della società cinese e la gestione responsabile dei beni della Chiesa». Tuttavia la Santa Sede «comprende e rispetta la scelta di chi, in coscienza, decide di non potersi registrare alle presenti condizioni», cioè a fronte di comportamenti da parte delle autorità locali non coerenti con l’Accordo sulla nomina dei vescovi firmato dalla Santa Sede e dal governo cinese un anno fa (cf. Regno-doc. 17,2018,526).
La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.