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Documenti, 15/2019, 01/09/2019, pag. 498

La registrazione civile del clero in Cina

Orientamenti pastorali

Santa Sede

«Se un vescovo o un sacerdote decide di registrarsi civilmente ma il testo della dichiarazione per la registrazione non appare rispettoso della fede cattolica, egli preciserà per iscritto all’atto della firma che lo fa senza venir meno alla dovuta fedeltà ai principi della dottrina cattolica». Gli Orientamenti pastorali della Santa Sede circa la registrazione civile del clero in Cina, pubblicati il 28 giugno, precisano le condizioni alle quali i preti e i vescovi cinesi possono registrarsi davanti alle autorità, come richiesto dai nuovi regolamenti cinesi sulle attività religiose, senza venir meno alle proprie convinzioni di coscienza. La registrazione è consigliata, intesa «all’unico fine di favorire il bene della comunità diocesana e la sua crescita nello spirito di unità, come anche un’evangelizzazione adeguata alle nuove esigenze della società cinese e la gestione responsabile dei beni della Chiesa». Tuttavia la Santa Sede «comprende e rispetta la scelta di chi, in coscienza, decide di non potersi registrare alle presenti condizioni», cioè a fronte di comportamenti da parte delle autorità locali non coerenti con l’Accordo sulla nomina dei vescovi firmato dalla Santa Sede e dal governo cinese un anno fa (cf. Regno-doc. 17,2018,526).

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Ebrei e cattolici sulle cure terminali

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Dal 2 al 4 maggio 2023 a Gerusalemme si è tenuta la 17a riunione della Commissione bilaterale del Gran Rabbinato d’Israele e della Commissione della Santa Sede per i rapporti religiosi con l’ebraismo, sul tema Considerazioni ebraiche e cattoliche sulla cura nella malattia terminale: ciò che è proibito, consentito, obbligatorio. Al termine, il 4 maggio, è stata emanata una Dichiarazione congiunta (www.vatican.va). 

 

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Sinodo dei vescovi: innovazioni

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Il 26 aprile, nel corso di un «punto stampa» sulla composizione della XVI Assemblea generale del Sinodo dei vescovi (4-29 ottobre 2023), la Sala stampa della Santa Sede ha reso nota la decisione di papa Francesco di modificare la composizione dell’Assemblea del Sinodo dei vescovi, ampliando il numero dei membri non vescovi e conseguentemente il diritto di voto. Il documento diffuso nell’occasione è reperibile sul sito web synod.va (bit.ly/3Hj8ePm). Qui pubblichiamo alcuni stralci relativi alle novità introdotte e al loro significato.

 

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La crisi della diplomazia multilaterale

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«Occorre… recuperare il senso della nostra comune identità di unica famiglia umana. L’alternativa è solo un crescente isolamento, segnato da preclusioni e chiusure reciproche che di fatto mettono ulteriormente in pericolo il multilateralismo, ovvero quello stile diplomatico che ha caratterizzato i rapporti internazionali dalla fine della seconda guerra mondiale». Nel discorso al corpo diplomatico presso la Santa Sede per lo scambio degli auguri per il nuovo anno, il 10 gennaio, papa Francesco ha evidenziato la crisi di fiducia che attraversa da tempo la diplomazia multilaterale, e che rende il sistema delle relazioni internazionali «sempre meno efficace nell’affrontare le sfide globali». Tra esse c’è ancora la pandemia, ma soprattutto ci sono la questione migratoria e la crisi climatica.

Si collega a questo problema anche il richiamo, inedito, ai rischi della cosiddetta «cancel culture», atteggiamento di colpevolizzazione, di solito espresso tramite i social media, nei confronti di personaggi pubblici o aziende che avrebbero detto o fatto qualche cosa di offensivo o politicamente scorretto e ai quali vengono pertanto tolti sostegno e gradimento: «La diplomazia multilaterale è chiamata perciò a essere veramente inclusiva, non cancellando ma valorizzando le diversità e sensibilità storiche che contraddistinguono i vari popoli».