Agli episcopati le traduzioni liturgiche
Lettera apostolica motu proprio Magnum principium con la quale viene modificato il can. 838 del Codice di diritto canonico
«Rendere più facile e fruttuosa la collaborazione tra la Sede Apostolica e le conferenze episcopali in questo servizio da prestare ai fedeli»: che «salvaguardata l’indole di ciascuna lingua, sia reso pienamente e fedelmente il senso del testo originale e che i libri liturgici tradotti, anche dopo gli adattamenti, sempre rifulgano per l’unità del rito romano». A questo fine il motu proprio Magnum principium, firmato da papa Francesco il 3 settembre e diffuso il 9, modifica il can. 838 del Codice di diritto canonico, che regolamenta i rispettivi compiti della Sede Apostolica, delle conferenze episcopali e dei vescovi per quello che riguarda la liturgia, per fare sì che i principi della piena, consapevole e attiva partecipazione dei fedeli alla liturgia «trasmessi fin dal tempo del Concilio siano più chiaramente riaffermati e messi in pratica», dopo le difficoltà degli ultimi due decenni (cf. Regno-att. 16,2017,453).
Dal 1° ottobre quindi, con l’entrata in vigore di queste modifiche, la responsabilità di approvare le versioni dal latino dei libri liturgici nelle varie lingue moderne sarà dei relativi episcopati, mentre la Santa Sede avrà il compito di confermare le traduzioni prima della pubblicazione. Al motu proprio seguono due note esplicative, pubblicate dalla Santa Sede contestualmente al documento.
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