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Documenti, 11/2017, 01/06/2017, pag. 347

La comunione dei popoli

Lettera dei vescovi del Belgio per i 50 anni dell'enciclica Populorum progressio di Paolo VI

Vescovi del Belgio

«Basandoci sulla nozione di “progresso dei popoli” (Populorum progressio) sviluppata da papa Paolo VI, vorremmo utilizzare la chiave che papa Francesco ci ha raccomandato, la misericordia, per giungere a una populorum communio, una comunione dei popoli, nel farci carico della casa comune che è il pianeta Terra». La lettera dei vescovi del Belgio, intitolata Populorum communio, la comunione dei popoli e pubblicata il 17 febbraio, coglie l’occasione del 50° anniversario dell’enciclica di Paolo VI Populorum progressio (26.3.1967) per aggiornare il concetto ivi introdotto di solidarietà e giustizia sociale per lo sviluppo integrale di tutta l’umanità. Alla luce delle linee offerte da papa Francesco soprattutto nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium e nell’enciclica Laudato si’, i vescovi belgi offrono alcune linee per concretizzare l’impatto sociale della misericordia davanti alle sfide di oggi: lo sviluppo tecnologico e scientifico; l’economia; i conflitti e le migrazioni; l’ecologia.

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Leggi anche

Documenti, 2022-19

Il processo sinodale in Belgio

Conferenza dei vescovi del Belgio

«Sentiamo che sta succedendo qualcosa»: l’avvio del percorso sinodale ha aperto anche in Belgio esiti non scontati. Dalle diocesi che «hanno intrapreso un sinodo» al coinvolgimento di giovani e di cristiani di altre confessioni: il frutto dell’ascolto sinodale confluito nella Sintesi nazionale del processo sinodale della Chiesa in Belgio, pubblicata il 6 luglio, è multiforme, anche se non esente da aspetti critici. 5 sono le sfide principali: «1) la diminuzione del numero di fedeli e il loro invecchiamento, 2) il numero insufficiente di volontari, 3) l’assenza di giovani (…), 4) il ripiegamento delle comunità», che spendono «le loro energie nell’organizzazione della vita parrocchiale piuttosto che nell’aiutare le persone a vivere una relazione d’amore con il Signore; 5) (…) la riduzione della Chiesa alla distribuzione dei sacramenti». Alla Chiesa ci si rivolge nei passaggi fondamentali della vita, ma spesso la si trova impreparata nel linguaggio, che risulta poco comprensibile all’uomo contemporaneo, e poco aperta e rispettosa verso tutte le condizioni di vita. «La disparità di trattamento delle donne», come l’esclusione dei divorziati risposati e delle coppie omosessuali, è ritenuta uno scandalo. Su questo ultimo punto, però, i vescovi belgi delle Fiandre a settembre hanno proposto una riflessione (cf. in questo numero a p. 606), che comprende anche la possibilità di una preghiera per le coppie omosessuali cristiane.

 

Documenti, 2017-13

La buona gestione dei beni della Chiesa

Conferenza episcopale del Belgio

Vescovi del Belgio

«Con questa Carta, i vescovi del Belgio vogliono aiutare i responsabili dell’amministrazione dei beni della Chiesa a realizzare questo compito in uno spirito di prudenza, di gestione da “buon padre di famiglia” e per il bene della comunità ecclesiale». È l’intento della Carta per la buona gestione dei beni della Chiesa, approvata dalla Conferenza dei vescovi del Belgio il 6 aprile 2017 e pubblicata l’11 aprile, con l’invito a tutti i responsabili amministrativi ed economici di entità ecclesiali ad attenervisi scrupolosamente. Il principio guida generale è che «questi beni materiali sono necessari per la realizzazione della missione della Chiesa. Sono quindi amministrati in spirito di carità, continuità, efficienza e trasparenza», con il massimo rispetto della legislazione vigente.

Le linee guida offerte dall’episcopato belga comprendono le indicazioni del Codice di diritto canonico, ma si estendono poi a precisare alcuni principi che «devono prevalere al fine di garantire che le decisioni siano prese in nome del bene comune»: responsabilità collegiale, competenza, complementarità, sussidiarietà, rinnovamento, principio dei «quattro occhi», puntualità, supervisione.

Documenti, 2013-7

Eutanasia del legame sociale. Dichiarazione dell’episcopato belga

I vescovi del Belgio
Il nostro «rifiuto dell’eutanasia non è la scelta della sofferenza, né quella di fare soffrire, e nemmeno quella di lasciare soffrire», dicono i vescovi del Belgio in un dichiarazione resa nota lo scorso 6 marzo e intitolata Si può sottoporre a eutanasia il legame sociale? È infatti in discussione nel paese, dopo la depenalizzazione dell’eutanasia per gli adulti consenzienti nel 2002 (cf. Regno-att. 12,2002,408), un progetto di legge per estenderla anche ai minori – con o senza il consenso dei genitori – e ai malati mentali. La questione verte, naturalmente, attorno alla possibilità di esprimere un consenso valido. Ma – dicono i vescovi – anche se il consenso vi fosse, «è questa la società che vogliamo?». Una società prigioniera della propria «solitudine » che a maggiore ragione colpisce i membri più fragili. L’eutanasia delle persone fragili – concludono i vescovi – «contraddice la nostra umanità più profonda» proprio laddove dovrebbe «manifestare una solidarietà più stretta».