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Documenti, 11/2017, 01/06/2017, pag. 358

Corresponsabilità dei laici nella Chiesa

Commissione episcopale per la dottrina della Conferenza canadese dei vescovi cattolici

Conferenza canadese dei vescovi cattolici

«Qual è, allora, la responsabilità del cristiano? È rispondere all’amore di Dio, dato per la salvezza del mondo. Attraverso il battesimo, ogni cristiano riceve una speciale dignità e un’alta missione: portare la buona novella di Gesù Cristo al mondo». È stata pubblicata il 23 settembre 2016 la lettera La corresponsabilità dei laici nella Chiesa e nel mondo, frutto del lavoro della Commissione episcopale per la dottrina della Conferenza canadese dei vescovi cattolici e dedicata al ruolo e alla responsabilità dei laici cristiani, nella Chiesa e nelle varie dimensioni della vita sociale e politica in cui sono inseriti. Il documento, suddiviso in 19 paragrafi, pone alla base della responsabilità laicale il sacramento del battesimo, affermando, sulla scorta di Benedetto XVI, che i battezzati non devono sentirsi «come “collaboratori” del clero, ma come persone realmente “corresponsabili” dell’essere e dell’agire della Chiesa». Per questo, affermano i vescovi canadesi, occorre guardarsi dal rischio del clericalismo, come ha più volte denunciato papa Francesco, preservando la dignità propria di ogni vocazione. «La corresponsabilità che clero, religiosi e laici condividono in virtù del loro battesimo resta una mera teoria se ogni persona non coltiva un rapporto con Cristo e quindi non vive di fede», concludono. «Tutti i membri del corpo di Cristo si assumano insieme la responsabilità di portare Cristo, l’unico salvatore, al mondo, in uno spirito di famiglia, amicizia e comunione».

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Documenti, 2022-13

La tratta e lo sfruttamento sessuale

Conferenza canadese dei vescovi cattolici – Commissione episcopale per la giustizia e la pace

«La prostituzione non può essere considerata un lavoro o semplicemente una scelta personale». È il perno della lettera pastorale Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi, che la Commissione episcopale per la giustizia e la pace della Conferenza canadese dei vescovi cattolici ha diffuso il 22 novembre scorso e che verte «sul traffico di esseri umani e lo sfruttamento sessuale in Canada». Detto che la prostituzione è una forma di sfruttamento, perché «implica la vendita di qualcosa che per sua natura non può essere comprato o venduto», i vescovi canadesi descrivono con precisione chi sono i clienti («perlopiù uomini… , di ceto economico elevato e con livelli di istruzione medio-alti... fanno uso di materiale pornografico, che influisce sulla loro visione delle persone come oggetti») e chi sono le vittime («ragazze indigene… donne asiatiche… prive di documenti… immigrate… ragazze che vivono in case famiglia, rifugi per senzatetto e orfanotrofi…»). Nella seconda parte ribadiscono (citando in negativo i casi della Nuova Zelanda e della Germania) che la legalizzazione promuove «l’accettazione sociale dello sfruttamento sessuale», mentre valutano positivamente la scelta del Canada di depenalizzare le vittime criminalizzando invece «coloro che comprano sesso»: perché «fermare la domanda» è «l’unico modo per impedire nuovi reati e scongiurare altri danni a carico delle vittime della prostituzione».