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Documenti, 17/2016, 01/10/2016, pag. 542

«Andate ad annunciare ai miei fratelli»

Lettera pastorale di mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, per il 2016-2017

Mons. Mariano Crociata

È l’annuncio il cuore della lettera «Andate ad annunciare ai miei fratelli» (Mt 28,10). In ascolto dell’altro per un annuncio alla persona, presentata il 3 settembre dal vescovo Mariano Crociata, che rappresenta lo sbocco naturale del biennio precedente, dedicato all’ascolto della parola di Dio: «Non c’è un momento in cui si ascolta soltanto e un altro in cui si comunica ad altri ciò che si è ricevuto», scrive il vescovo nell’introduzione. «Di più, non c’è annuncio all’altro senza dialogo interiore con sé stessi in ascolto del Signore che parla e – ecco l’elemento di novità! – senza ascolto dell’altro come destinatario di un’iniziativa del Signore prima che nostra». Muovendo da una lettura degli incontri di Gesù nel Vangelo di Matteo, il vescovo focalizza l’attenzione sulla dignità e originalità della singola persona, invitando a una profonda considerazione della situazione religiosa ed esistenziale propria di ciascuno, per giungere a un «accompagnamento quasi personalizzato del suo cammino di fede». Negli orientamenti pastorali pone quindi l’accento sulla capacità d’ascolto delle persone in vista di un annuncio pertinente ed efficace, e a questo scopo raccomanda di valorizzare le varie proposte di formazione presenti in diocesi, così come una verifica delle capacità di discernimento e accompagnamento delle comunità.

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Documenti, 2024-17

Celebrare e vivere il giubileo

Lettera pastorale 2024-2025 di mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina

Il giubileo è il tema scelto dal vescovo di Latina Mariano Crociata per la sua lettera pastorale 2024-2025, che è stata presentata il 27 settembre e s’intitola «Oggi per questa casa è venuta la salvezza» (Lc 19,9). Celebrare e vivere il giubileo. La lettera vuole aiutare i fedeli a riscoprire «la ricchezza di significato spirituale e pastorale» del giubileo, che non si esaurisce in aspetti, come quello delle indulgenze, enfatizzati in epoca medievale.

La riflessione quindi recupera il senso del giubileo anticotestamentario, dove «il giubileo, come intensificazione del significato del sabato, è l’espressione più alta della risposta del popolo credente alla fedeltà di Dio all’alleanza» e «richiede di assumere impegni precisi di fronte ai fratelli», e neotestamentario, dove «il tempo giubilare si configura come quello segnato dalla presenza di Gesù che porta a realizzazione tutte le opere che il giubileo prescriveva e che ora trovano pieno compimento nella sua persona e nella sua azione».

Per arrivare a oggi: «Il giubileo diventi davvero l’occasione per una radicale revisione e correzione di un andazzo di vita personale e sociale che alla fine risulta miope perché autolesionistico e distruttivo. Noi credenti dobbiamo prendere coscienza, ora più che mai, che tutto questo è la fede a chiederlo e che essa non può più ridursi a un vago intimo sentimento o a un’osservanza formale di pratiche e di riti».

Documenti, 2024-5

«Insegnaci a pregare!»

Lettera pastorale 2023-2024 del
vescovo di Latina

Mons. Mariano Crociata

«Se c’è… un equivoco in cui incorre facilmente chi si incontra con il discorso spirituale – equivoco contro il quale ci siamo chiaramente espressi –, esso è quello di confonderlo con qualcosa di incorporeo, di etereo, di astratto dalla realtà viva dell’esistenza delle persone e delle comunità. È questo l’errore in cui cadono non poche forme di “spiritualità”, oggi come in passato; ma la spiritualità cristiana ha questo di peculiare, che ha un carattere tremendamente concreto, anzi corporeo, carnale; per un cristiano una spiritualità senza corpo è inautentica, falsa. È questa, quantomeno, una delle implicazioni della nostra fede nell’incarnazione del Verbo». Il 28 settembre a Latina si è tenuta l’assemblea diocesana di inizio anno pastorale 2023-2024. Il tema guida era «Insegnaci a pregare» (Lc 11,1), che colloca la diocesi nel solco dell’Anno della preghiera indetto da papa Francesco per il 2024 in preparazione del giubileo del 2025. Tutti i presenti, divisi in gruppi di lavoro, hanno avviato un dialogo per confrontarsi sul tema della preghiera, e dare ciascuno il proprio contributo personale sulle domande: come possiamo tornare a chiedere al Signore di insegnarci a pregare? Concretamente, cosa suggerisci per migliorare la vita spirituale, personale e comunitaria? La lettera pastorale poi scritta dal vescovo mons. Mariano Crociata e pubblicata il 14 febbraio ha preso ispirazione dalla richiesta di prolungare l’attenzione rivolta alla spiritualità, emersa durante lo scorso anno pastorale, e dalle riflessioni condivise dell’assemblea diocesana. 

Documenti, 2022-21

Desiderio di spiritualità

Lettera pastorale di mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina - Sezze - Priverno

Alla presentazione della lettera pastorale 2022-2023 intitolata «Per la vita del Signore… alla cui presenza io sto» (1Re 17,1; 18,15). Desiderio di spiritualità nel corso dell’assemblea diocesana, il 29 settembre, il vescovo mons. Mariano Crociata, in collegamento video poiché positivo al COVID, ha esposto le ragioni della scelta di questo tema: denunciare le difficoltà della comunità nel ritrovare una spiritualità sincera e appassionata, a fronte dell’affanno con cui spesso conduciamo le nostre vite. 

Il testo individua come figura esemplare il profeta Elia, vissuto nell’XI secolo a.C., quando i governanti di Israele si abbandonavano a pratiche idolatriche e aberranti. Elia, il cui nome significa «YHWH è Dio», conosce anche scoraggiamento e fallimento, e tuttavia riesce a riemergere, poiché guidato dalla parola di Dio.

Oggi la pandemia e la guerra in Ucraina generano facilmente sentimenti di rassegnazione e scarsa fiducia, procurando «un velo di torpore e di appannamento sulle nostre coscienze». L’urgenza di tornare «alle origini» è insita nel fine stesso dell’agire ecclesiale, ossia l’incontro con Cristo, e perciò la lettera pastorale, analizzando in cinque sezioni le fasi del cammino di riavvicinamento a Dio, sprona il fedele ad ascoltare il bisogno di spiritualità, che non è solo comunione con lui, ma anche recupero del senso di ciò che siamo e facciamo.