I laici nei Paesi Bassi
«Siamo convinti che, se la comunità di fede locale occupa un posto centrale nella Chiesa, quest’ultima sarà in grado di tornare a crescere». Un’ecclesiologia «dal basso» è quella che sorregge questa ferma denuncia che un’associazione di circa 4.000 laici di Utrecht, la Bezield Verband, insieme a una sessantina di docenti riuniti nel Professoren Manifest, ha fatto pervenire a papa Francesco in vista della visita ad limina dei vescovi dei Paesi Bassi, avvenuta il 2 dicembre scorso (cf. riquadro a p. 113). Oggetto della denuncia, la decisione di rispondere al calo della pratica liturgica e delle risorse finanziarie (ma soprattutto delle vocazioni sacerdotali, dicono i laici) con una politica di drastica soppressione delle parrocchie, fuse in poche «megaparrocchie» dette «luoghi di speranza», e di vendita degli edifici di culto, attuata con modalità autoritarie e foriera, sempre secondo gli autori del documento, di ulteriori abbandoni da parte dei fedeli. «Dal basso» è anche l’alternativa proposta: decentramento, autonomia delle singole comunità nel decidere del proprio destino (e dei propri beni, a partire dagli immobili), collaborazione tra parrocchie, valorizzazione dei laici.
Documento, 01/02/2014, pag. 109