«Con questa lettera intendo esortare tutti voi ... a riflettere sulle ferite inferte al corpo di Cristo, sui rimedi, a volte do lorosi, necessari per fasciarle e guarirle, e sul bisogno di unità, di carità e di vicendevole aiuto nel lungo processo di ripresa e di rinnovamento ecclesiale». Così scrive Benedetto XVI nell’attesa lettera pastorale rivolta ai cattolici d’Ir landa a seguito delle «notizie apparse circa l’abuso di ragazzi e giovani vulnerabili da parte di membri della Chiesa in Irlanda» e pubblicata il 20 marzo scorso (cf. ampiamente Regnoatt. 6,2010,145ss). Dapprima il papa, «con parole che… vengono dal cuore», si rivolge alle vittime e alle loro famiglie; poi, con grande fermezza, ai sacerdoti e ai religiosi colpevoli delle violenze; poi ai genitori, ai giovani e all’insieme dei sacerdoti e religiosi dell’Irlanda, esortandoli a non perdere la fede in Cristo e la fiducia nella Chiesa; infine ai vescovi, stigmatizzandone le mancanze e gli errori «nel trattare le accuse». Di qui le «iniziative concrete» proposte dal papa: preghiera, penitenza, adorazione eucaristica e l’indizione di una visita apostolica in alcune diocesi irlandesi e di una missione nazionale rivolta sia ai vescovi sia ai preti.