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Documenti
Documenti, 3/2009, 01/02/2009, pag. 69

La remissione della scomunica. Richiesta accolta con fiducia

Santa Sede
La remissione della scomunica ai quattro vescovi della Fraternità sacerdotale di San Pio X ricompone l’unità cattolica con il movimento lefebvriano e avvia il processo di comunione piena. Il papa, Benedetto XVI, ha commentato la decisione così: «Auspico che a questo mio gesto faccia seguito il sollecito impegno da parte loro di compiere gli ulteriori passi necessari per realizzare la piena comunione con la Chiesa…». Nella risposta di mons. Bernard Fellay si afferma che «la Tradizione cattolica non è più scomunicata» e si confermano «le riserve a proposito del Vaticano II». Riserve che i vescovi svizzeri, tedeschi e francesi rifiutano: «In nessun caso il concilio Vaticano II sarà negoziabile». Come precisa una nota della Segreteria di stato: per un futuro riconoscimento della Fraternità «è con dizione indispensabile il pieno riconoscimento del concilio Vaticano II» (n. 2). In riquadro i testi relativi alle posizioni negazioniste del vescovo lefebvriano R. Williamson (pp. 72-73).

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Documenti, 2023-9

Sinodo dei vescovi: innovazioni

Sala stampa della Santa Sede

Il 26 aprile, nel corso di un «punto stampa» sulla composizione della XVI Assemblea generale del Sinodo dei vescovi (4-29 ottobre 2023), la Sala stampa della Santa Sede ha reso nota la decisione di papa Francesco di modificare la composizione dell’Assemblea del Sinodo dei vescovi, ampliando il numero dei membri non vescovi e conseguentemente il diritto di voto. Il documento diffuso nell’occasione è reperibile sul sito web synod.va (bit.ly/3Hj8ePm). Qui pubblichiamo alcuni stralci relativi alle novità introdotte e al loro significato.

 

Documenti, 2022-3

La crisi della diplomazia multilaterale

Francesco al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede

«Occorre… recuperare il senso della nostra comune identità di unica famiglia umana. L’alternativa è solo un crescente isolamento, segnato da preclusioni e chiusure reciproche che di fatto mettono ulteriormente in pericolo il multilateralismo, ovvero quello stile diplomatico che ha caratterizzato i rapporti internazionali dalla fine della seconda guerra mondiale». Nel discorso al corpo diplomatico presso la Santa Sede per lo scambio degli auguri per il nuovo anno, il 10 gennaio, papa Francesco ha evidenziato la crisi di fiducia che attraversa da tempo la diplomazia multilaterale, e che rende il sistema delle relazioni internazionali «sempre meno efficace nell’affrontare le sfide globali». Tra esse c’è ancora la pandemia, ma soprattutto ci sono la questione migratoria e la crisi climatica.

Si collega a questo problema anche il richiamo, inedito, ai rischi della cosiddetta «cancel culture», atteggiamento di colpevolizzazione, di solito espresso tramite i social media, nei confronti di personaggi pubblici o aziende che avrebbero detto o fatto qualche cosa di offensivo o politicamente scorretto e ai quali vengono pertanto tolti sostegno e gradimento: «La diplomazia multilaterale è chiamata perciò a essere veramente inclusiva, non cancellando ma valorizzando le diversità e sensibilità storiche che contraddistinguono i vari popoli».

 

Documenti, 2020-21

Osservazioni sulle raccomandazioni dall’Australia

Santa Sede

Alcune delle raccomandazioni contenute nel Rapporto finale della Commissione reale australiana sulle risposte istituzionali alle violenze sessuali su minori (cf. Regno-doc. 9,2018,310 e in questo numero a p. 675) erano indirizzate alla Santa Sede, su questioni di sua pertinenza relativamente alla gestione dei casi di violenza sessuale su minori da parte di chierici e religiosi. Il 4 settembre la Conferenza dei vescovi cattolici australiani ha reso nota la Risposta della Santa Sede alle raccomandazioni specifiche della Commissione reale australiana sulle risposte istituzionali alle violenze sessuali su minori, datata 26 febbraio 2020, pubblicandola sul proprio sito.

Nella sua risposta «la Santa Sede riafferma la sua determinazione ad affrontare ed eliminare la violenza sui minori e sulle persone vulnerabili, ovunque ciò possa avvenire nella Chiesa». Le 12 raccomandazioni esaminate affrontano punti che dal 2017 (data del Rapporto finale) a oggi sono stati per lo più affrontati e risolti dalla Santa Sede nella direzione auspicata. Solo sulla questione del celibato dei preti e del segreto confessionale (che diversi stati australiani hanno stabilito si possa infrangere per legge) la Santa Sede ribadisce la propria normativa.