Documenti, 5/2008, 01/03/2008, pag. 153
Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito. Lettera del card. Tettamanzi
Come smentire l’idea che «la Chiesa mette alla porta» i cristiani i cui matrimoni sono in crisi? «Questo giudizio è tanto radicato che spesso gli stessi sposi in crisi si allontanano dalla vita della comunità cristiana» – constata l’accorata lettera dell’arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi,
pubblicata nel gennaio scorso, all’interno del piano pastorale dedicato alla famiglia (cf. Regno-doc. 15,2007,482). Le «durezze» o le eventuali condanne «senza appello» non fanno parte dell’insegnamento della Chiesa, che viceversa «ha riguardo del travaglio umano» che sta dietro a un matrimonio che fallisce; è preoccupata del clima di tensione che rende la «casa una pesante gabbia che sembra togliere la pace del cuore». E per quanto la Chiesa continui ad annunciare l’indissolubilità del matrimonio sacramentale e «l’impossibilità di accedere alla comunione eucaristica per gli sposi che vivono stabilmente un secondo legame sponsale», il cardinale chiede a tutti di «partecipare alla celebrazione eucaristica… Anche a voi è rivolta la chiamata alla novità di vita che ci è donata attraverso lo Spirito… Anche da voi la Chiesa attende una presenza attiva e una disponibilità a servire quanti hanno bisogno del vostro aiuto».
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