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Documenti, 3/2005, 01/02/2005, pag. 106

Per una pastorale dei divorziati

Joseph Doré, arcivescovo di Strasburgo
«Questi orientamenti sono certamente lungi dal risolvere tutti i problemi che si pongono alle persone divorziate e divorziate risposate, come pure… alle comunità cristiane desiderose di accogliere e accompagnare nella verità quanti hanno vissuto il fallimento del proprio matrimonio. Come in altri campi, si tratta di uscire dalla logica del “o tutto o niente”, proponendo alle persone coinvolte di assumere realmente il proprio posto nella comunità cristiana». In poche pagine l’arcivescovo di Strasburgo, mons. J. Doré, tratteggia così gli orientamenti pastorali diocesani sul tema dei divorziati, pubblicati lo scorso 1o maggio. E nel ribadire «la dottrina cattolica dell’indissolubilità del legame matrimoniale» ha in mente due fuochi d’attenzione: da un lato le modalità d’accoglienza dei divorziati, in particolare di quelli risposati, e dei loro figli nelle comunità ecclesiali; dall’altro i «pregiudizi» e «l’atteggiamento di condanna» che spesso permangono nelle comunità cristiane verso i divorziati risposati.

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Documenti, 2002-9

Diventare vescovo, restare teologo

Mons. Joseph Doré, arcivescovo di Strasburgo
«Se da quando sono diventato vescovo, la mia stima per la teologia... non ha fatto che aumentare, se mi è stato concesso di crescere nella fede... oso affermare che ho visto bene anche la necessità di sviluppare al tempo stesso un atteggiamento di maggiore bontà». Con tratto discorsivo e volutamente autobiografico mons. J. Doré, arcivescovo di Strasburgo dal 1997, riflette sul rapporto e la permanenza di un legame tra l'essere stato teologo nella Chiesa, ministero da lui esercitato per più di un ventennio presso l'Institute catholique di Parigi, e l'essere divenuto pastore di una Chiesa particolare. L'occasione per questa rilettura ed esposizione pubblica del proprio vissuto è stata offerta da un...., dal titolo Diventare vescovo e restare teologo, tenutosi a Straburgo il... Nella testimonianza di mons. Doré emergono i tratti di una continuità rispetto alla qualità accademica della ricerca teologica, quelli di un nuovo posizionamento dell'habitus teologico nello spazio dell'esercizio del ministero episcopale, e di una ridefinizione del sapere critico della fede a partire dall'affinamento della sensibilità verso la vita delle persone affidate alla propria responsabilità pastorale. Rimanere teologo diventando vescovo non implica solo l'osmosi tra due ministeri ecclesiali, è anche il compito che continuamente si ripropone all'esercizio personale della fede, e alla qualità pubblica della sua attestazione, dentro i variegati contesti di vita che essa attraversa per essere segno della bontà di Dio verso ogni condizione dell'umano. Originale: stampa da supporto magnetico. Nostra traduzione dal francese.