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Documenti, 9/2002, 01/05/2002, pag. 299

Diventare vescovo, restare teologo

Mons. Joseph Doré, arcivescovo di Strasburgo
«Se da quando sono diventato vescovo, la mia stima per la teologia... non ha fatto che aumentare, se mi è stato concesso di crescere nella fede... oso affermare che ho visto bene anche la necessità di sviluppare al tempo stesso un atteggiamento di maggiore bontà». Con tratto discorsivo e volutamente autobiografico mons. J. Doré, arcivescovo di Strasburgo dal 1997, riflette sul rapporto e la permanenza di un legame tra l'essere stato teologo nella Chiesa, ministero da lui esercitato per più di un ventennio presso l'Institute catholique di Parigi, e l'essere divenuto pastore di una Chiesa particolare. L'occasione per questa rilettura ed esposizione pubblica del proprio vissuto è stata offerta da un...., dal titolo Diventare vescovo e restare teologo, tenutosi a Straburgo il... Nella testimonianza di mons. Doré emergono i tratti di una continuità rispetto alla qualità accademica della ricerca teologica, quelli di un nuovo posizionamento dell'habitus teologico nello spazio dell'esercizio del ministero episcopale, e di una ridefinizione del sapere critico della fede a partire dall'affinamento della sensibilità verso la vita delle persone affidate alla propria responsabilità pastorale. Rimanere teologo diventando vescovo non implica solo l'osmosi tra due ministeri ecclesiali, è anche il compito che continuamente si ripropone all'esercizio personale della fede, e alla qualità pubblica della sua attestazione, dentro i variegati contesti di vita che essa attraversa per essere segno della bontà di Dio verso ogni condizione dell'umano. Originale: stampa da supporto magnetico. Nostra traduzione dal francese.

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