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Documenti, 11/2005, 01/06/2005, pag. 271

Maria e il «metodo ARCIC»

N. Sagovsky
«Spesso l’ARCIC ha usato linguaggi e prospettive nuove, o ha rivisitato linguaggi e prospettive del passato, per far venire fuori ciò che abbiamo in comune e ciò che possiamo dire insieme. (...) La prospettiva realmente nuova che abbiamo introdotto nel nostro lavoro è stata quella della teologia paolina» (Sagovsky). «A proposito delle riflessioni teologiche sulla grazia di Dio nei primi istanti della vita di Maria e sulla sua condizione dopo la morte, l’ARCIC elabora creativamente una prospettiva escatologica offerta dalla rilevante importanza attribuita da Paolo alla salvezza che penetra le nostre esistenze umane» (Wicks). Convergono i commenti in ambito anglicano e in ambito cattolico (il prof. Sagovsky è canonico dell’abbazia di Westminster, il prof. Wicks, gesuita, è professore alla John Carroll University di Cleveland, nell’Ohio), nel sottolineare, insieme al radicamento nella Scrittura, il forte raccordo con la teologia di Paolo come elemento originale caratterizzante la mariologia di Maria: grazia e speranza in Cristo, il documento pubblicato a Seattle lo scorso maggio dalla Commissione internazionale anglicana – cattolica romana (ARCIC; il testo in questo numero alle pp. 257-270). Quanto al copresidente anglicano, l’arcivescovo di Perth, egli non ha dubbi: lo ritiene «uno dei documenti più importanti nella storai dell’ecumenismo moderno» (cf. riquadro alle pp. 278-279).

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«Spesso l’ARCIC ha usato linguaggi e prospettive nuove, o ha rivisitato linguaggi e prospettive del passato, per far venire fuori ciò che abbiamo in comune e ciò che possiamo dire insieme. (...) La prospettiva realmente nuova che abbiamo introdotto nel nostro lavoro è stata quella della teologia paolina» (Sagovsky). «A proposito delle riflessioni teologiche sulla grazia di Dio nei primi istanti della vita di Maria e sulla sua condizione dopo la morte, l’ARCIC elabora creativamente una prospettiva escatologica offerta dalla rilevante importanza attribuita da Paolo alla salvezza che penetra le nostre esistenze umane» (Wicks). Convergono i commenti in ambito anglicano e in ambito cattolico (il prof. Sagovsky è canonico dell’abbazia di Westminster, il prof. Wicks, gesuita, è professore alla John Carroll University di Cleveland, nell’Ohio), nel sottolineare, insieme al radicamento nella Scrittura, il forte raccordo con la teologia di Paolo come elemento originale caratterizzante la mariologia di Maria: grazia e speranza in Cristo, il documento pubblicato a Seattle lo scorso maggio dalla Commissione internazionale anglicana – cattolica romana (ARCIC; il testo in questo numero alle pp. 257-270). Quanto al copresidente anglicano, l’arcivescovo di Perth, egli non ha dubbi: lo ritiene «uno dei documenti più importanti nella storai dell’ecumenismo moderno» (cf. riquadro alle pp. 278-279).