Documenti, 13/2004, 01/07/2004, pag. 387
Omelia
«Alzati!... Ascolta!... Non avere paura!... Mettiti in cammino!». Ancora una volta Giovanni Paolo II parla ai giovani, da cuore a cuore, e sono quelli della Svizzera, dove il papa si è recato per il suo 103° viaggio internazionale (5-6.6.2004), il quarto in Svizzera (gli altri nel 1982, 1984 e 1985), in occasione dell’incontro nazionale dei giovani cattolici della Confederazione. Il papa, con l’avanzare dell’infermità, non perde nulla della capacità di a porsi in comunicazione diretta con i giovani e di proporsi – autorevolmente – come testimone: «Anch’io, come voi, ho avuto vent’anni. Mi piaceva fare sport, sciare, recitare. Studiavo e lavoravo. Avevo desideri e preoccupazioni. In quegli anni ormai lontani, in tempi in cui la mia terra natale era ferita dalla guerra e poi dal regime totalitario, cercavo il senso da dare alla mia vita. L’ho trovato nella sequela del Signore Gesù» (Incontro al Palaghiaccio, 5.6.2004).
Accanto al calore dell’affetto manifestato per i giovani, l’altro nucleo della visita è stato quello delle relazioni ecumeniche (cf. Regno-att. 12,2004,396): «Come non sentire impellente, di fronte a queste parole di Cristo, l’assillo ecumenico? Riaffermo, anche in questa circostanza, la volontà di avanzare sulla via difficile, ma ricca di gioia, della piena comunione di tutti i credenti» (omelia, 6.6.2004)
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