P. Marini
“Chi legge con intelligenza spirituale la Sacrosanctum concilium coglie l'intuizione profonda che l'attraversa: dalla riforma liturgica conciliare non passa unicamente il rinnovamento dei riti, ma quello della Chiesa nella sua interezza”. il radicamento nella Scrittura e nei Padri, l'irreversibilità delle decisioni prodotte, la globalità della riflessione e della fondazione sono gli elementi centrali che l'arcivescovo Piero Marini, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, riconosce al primo documento approvato dal concilio Vaticano II, quello sulla liturgia. Nella liturgia i credenti fanno “esperienza del mistero pasquale di Cristo nella sua interezza”; essa è quindi, secondo “il passo forse più noto della costituzione, divenuto un vero e proprio adagio teologico (...), "il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e la fonte da cui promana tutta la sua virtù"”. La promozione dell'educazione liturgica, la partecipazione attiva, la formazione spirituale e la corresponsabilità ministeriale sono le conseguenze pastorali permanenti che sono scaturite dalla rinnovata comprensione del mistero cristiano. Dopo un primo periodo prevalentemente esteriore e didattico, la riforma liturgica richiede oggi la riscoperta del tratto meditativo, l'interiorizzazione della parola di Dio, la qualità dei segni, la bellezza e la dignità del culto.
L’Osservatore romano 6.12.2003, 7. L’articolo è tratto dalla “Presentazione” scritta da mons. Piero Marini per il volume Renoveau liturgique - Documents fondateurs, Centre national de pastoral liturgique, Collection Liturgie n. 14, Éditions du Cerf, Paris 2004.
Documento, 01/01/2004, pag. 13