Documenti, 7/2003, 01/04/2003, pag. 210
La Chiesa e il disordine internazionale
Consiglio ecumenico delle Chiese
«L’autorità della legge deve essere riconosciuta e applicata nella nazione come tra le nazioni. Se non vuole restare teorica, la legge internazionale implica delle istituzioni internazionali. Per ispirare il rispetto e l’obbedienza delle nazioni, queste istituzioni devono affrontare primariamente i problemi internazionali e non lasciarsi guidare da interessi nazionali» (c. III). Accanto alla Pacem in terris, proponiamo in questo numero un altro documento storico della riflessione delle Chiese sul tema della pace e le relazioni internazionali: il Rapporto della IV Sezione della I Assemblea del Consiglio ecumenico delle Chiese, svoltasi ad Amsterdam dal 22 agosto al 4 settembre del 1948, ovvero all’indomani della conclusione della seconda guerra mondiale e quando si era già profilata la nuova «divisione del mondo in blocchi opposti e recprocamente diffidenti» (c. II).
Il documento, «recepito all’unanimità dall’Assemblea che lo raccomanda all’attenzione delle Chiese per lo studio e le decisioni pratiche», registra fra l’altro la non unanimità di posizioni intorno al tema della «guerra giusta» tra le principali Chiese protestanti fondatrici del CEC (erano 147 quelle rappresentate ad Amsterdam), e la preoccupazione per il tema delle libertà umane fondamentali (la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo era in via di elaborazione presso l’ONU), particolarmente la libertà religiosa; ma il lettore di oggi troverà interessante rileggere in particolare il c. III: «Le nazioni del mondo devono riconoscere l’autorità della legge».
La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.