Documenti, 21/2003, 01/11/2003, pag. 649
Santa Sede: Unitatis redintegratio: carattere vincolante
Svalutare il decreto conciliare sull'ecumenismo Unitatis redintegratio significa «collocarsi al di sopra di un Concilio ecumenico», «dell'autentico magistero della Chiesa», «della vita della Chiesa» e «resistere allo Spirito». In un articolo apparso su L'Osservatore romano, il card. W. Kasper, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani, affronta il tema del «carattere teologicamente vincolante» del decreto. Tema questo troppo trascurato nel dopo-Concilio, e che oggi, di fronte a una fase nuova, irta di difficoltà, del dialogo ecumenico necessita di essere ripreso. Il decreto sull'ecumenismo va interpretato assieme alla stessa costituzione dogmatica Lumen gentium, secondo quanto affermato da Paolo VI. Anzi, tutti i testi conciliari vanno letti in prospettiva ecumenica, poiché l'intero Concilio ebbe nell'avvicinamento delle Chiese uno degli scopi della sua convocazione.
Vi è un'ermeneutica ecumenica del Concilio e vi è un grado di obbligatorietà del magistero autentico in materia di ecumenismo che vanno ripresi. L'articolo di Kasper impegna il suo dicastero e la Santa Sede a una maggiore coerenza nella ricezione dell'insegnamento conciliare.
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