Documenti, 15/2003, 01/08/2003, pag. 491
Celebrazioni interreligiose
Vescovi tedeschi
Il moltiplicarsi delle celebrazioni interreligiose ha spinto_la Conferenza episcopale tedesca ad approntare questi «orientamenti», resi pubblici lo scorso gennaio. «Lo spirito del nostro tempo offre un’occasione di incontro senza precedenti nella storia, alla quale la Chiesa ha spalancato le porte... Ora si tratta di utilizzare questa opportunità con grande speranza, valutando lucidamente tutte le difficoltà che essa presenta».
La cura di evitare ogni sospetto di sincretismo e relativismo motiva il richiamo alla storia, spesso travagliata, del rapporto del cristianesimo con le altre fedi, in particolare con ebrei e musulmani, distinguendo i diversi livelli di dialogo (della carità e della preghiera). Il dialogo «presuppone necessariamente la parità e il riconoscimento della “pari dignità personale delle parti”, ma non l’uguaglianza delle dottrine e delle persone dei fondatori. Inoltre esso richiede la capacità di autocritica e di interrogazione critica della controparte, a livello sia pratico, sia dottrinale». Il modello proposto è la preghiera delle religioni per la pace ad Assisi. Non si prega assieme, ma si è insieme per pregare. Ogni gruppo religioso è responsabile del proprio contributo, «disposto a tollerare le peculiarità dell’altra religione che non riesce a comprendere», capace di rinunciare agli elementi problematici per gli altri partecipanti. La celebrazione interreligiosa «non è il luogo in cui cercare di convertire l’altro o intavolare discussioni, bensì il luogo in cui si esprime il comune orientamento verso l’unico Dio e la comune sollecitudine per la salvezza degli uomini». In appendice: le indicazioni pratiche, le fonti e la bibliografia.
Originale: stampa (10.7.2003) da sito Internet: www.dbk.de. Nostra traduzione dal tedesco.
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