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Documenti
Documenti, 5/2002, 01/03/2002, pag. 173

Omelia del card. Martini

C.M. Martini
«La lettera che il santo padre mi ha inviato in occasione del XX anniversario del riconoscimento pontificio della Fraternità è il gesto più decisivo della nostra storia. Nella gratitudine per questo segno di grande paternità di Giovanni Paolo II siamo autorevolmente aiutati a riconoscere la linea unica che la nostra storia ha seguito». È con queste parole che si apre la lettera di mons. Giussani, fondatore e presidente della Fraternità di Comunione e liberazione, ai membri della fraternità, in occasione del 20° del riconoscimento conferito al movimento dal Pontificio consiglio per i laici d’11 febbraio 1982. Il testo inoltre reagisce alla lettera autografa che il papa aveva inviato per l'occasione per mano del presidente del Pontificio consiglio, mons. S. Rylko. Nel testo il papa sintetizza così le caratteristiche di CL: «l'impegno posto nel mettersi in ascolto dei bisogni dell'uomo di oggi», tramite la radicale proposta «non di una strada, ma della strada», che è Cristo stesso; e l'aver percorso una storia fatta anche di «opere di cultura, di carità, di formazione e, nel rispetto della distinzione tra le finalità della società civile e della Chiesa, ... di impegno nel campo politico». I 44.000 appartenenti, di cui 14.000 solo a Milano, hanno celebrato la ricorrenza con celebrazioni eucaristiche a livello diocesano: qui riportiamo le omelie degli arcivescovi di Milano (card. Martini), Bologna (card. Biffi) e Firenze (mons. Antonelli), significative quanto a segnare la diversa articolazione del rapporto tra Chiese locali e movimento. Originali: stampa (28.2.2002) da siti Internet www.vatican.va e www.comunioneliberazione.org.

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