I vescovi francesi: nuove sfide alla pace
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«Il processo sinodale ha visto una partecipazione generosa in molti luoghi, con la sensazione che si trattasse di un’esperienza promettente, un processo comunitario di ascolto e discernimento. Questa consultazione ha però incontrato anche resistenze di vario tipo. In primo luogo la difficoltà di ascoltare le voci dei più vulnerabili; in secondo luogo la difficoltà di raggiungere e mobilitare i giovani e i giovani adulti; in terzo luogo il timore di alcuni cattolici che questo processo serva a imporre cambiamenti alla Chiesa a cui sono legati; infine la difficoltà di molti sacerdoti a riconoscere il valore di questo Sinodo». Il 9 giugno la Conferenza dei vescovi di Francia ha pubblicato la Compilazione nazionale delle sintesi locali sul Sinodo 2023 sulla sinodalità, il processo sinodale lanciato da papa Francesco e sviluppatosi per ora nella sua prima fase, quella diocesana (ottobre 2021-aprile 2022).
Oltre a una profonda aspirazione a una Chiesa più fraterna, il documento nazionale sottolinea che sono state individuate alcune necessità: «L’importanza di trovare ispirazione nella parola di Dio, l’urgenza di proporre segni che parlino da soli e siano credibili nella società di oggi e la necessità di luoghi di dialogo fraterno». Nell’Assemblea straordinaria di giugno i vescovi hanno stilato un Documento d’accompagnamento, che sarà inviato a Roma insieme alla sintesi nazionale (cf. qui a p. 418).
Quest’anno per la Francia è un anno elettorale, con le presidenziali il 10 aprile e le legislative in giugno. In vista di questi appuntamenti fondamentali, come sua consuetudine (cf. per esempio Regno-doc. 1,2017,30) la Conferenza dei vescovi cattolici di Francia è intervenuta con un documento, pubblicato il 18 gennaio e intitolato La speranza non delude, per «incoraggiare i cristiani a esercitare pienamente le loro responsabilità di cittadini, cioè di elettori e di attori del bene comune (…) secondo la [loro] coscienza alla luce dei criteri di discernimento insegnati dal magistero della Chiesa e che ricordiamo in questo testo». La trattazione dei sette nuclei tematici individuati (pace; rispetto della vita; libertà uguaglianza e fraternità; libertà religiosa; ecologia; Europa; educazione) è preceduta da una professione di umiltà, poiché è ancora fresco nel paese il ricordo del Rapporto CIASE sulle violenze sessuali su minori nella Chiesa francese: «È con umiltà che la Chiesa cattolica interviene nel dibattito che si sta aprendo… I vescovi di Francia hanno riconosciuto la responsabilità istituzionale della Chiesa per la violenza subita da tante vittime all’interno della Chiesa e la dimensione sistemica di questi abusi. La nostra Chiesa ha fallito. Consapevole di questa situazione, il Consiglio permanente della Conferenza dei vescovi di Francia tuttavia osa condividere la presente riflessione perché colui in cui crediamo ci invita a testimoniarlo, anche al di là delle colpe e dei peccati che riconosciamo».
«Nessun essere umano può trattare un altro come un oggetto». Il 13 gennaio, dopo la riu-nione svoltasi dal 6 all’8 dello stesso mese, il Consiglio permanente della Conferenza episcopale francese ha pubblicato una dichiarazione intitolata Nessun essere umano può trattare un altro come un oggetto. In essa i vescovi esprimono la loro preoccupazione rispetto al progetto di revisione della legge sulla bioetica, che poi è stato approvato dal Senato definitivamente il 22 gennaio.
Molte associazioni, laiche e cattoliche, hanno contestato la nuova legge, che apre alla fecondazione eterologa per tutti e al concepimento programmato di bambini senza padri, oltre a una maggiore selezione degli embrioni. Questi punti «sono significativi della fuga in avanti in cui le nostre società occidentali, soggette al liberalismo e alle leggi di mercato, sono intrappolate: i desideri individuali sono esacerbati dall’apparente soddisfazione che la combinazione di tecniche mediche e legali sembra promettere».
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