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Documenti
Documenti, 19/2000, 01/10/2000, pag. 631

Carta dei diritti fondamentali

Unione Europea
La visibilità di una Carta per "rafforzare la tutela dei diritti fondamentali alla luce dell’evoluzione della società, del progresso sociale e degli sviluppi scientifici e tecnologici". Questa la consapevolezza e l’intenzione che presiedono alla stesura progettuale della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, presentata a Bruxelles il 28 settembre scorso. Ponendosi sulla linea delle tradizioni costituzionali dei paesi dell’Unione e degli obblighi giuridici comunitari e internazionali da essi già contratti, la Carta in 6 capi segnati dall’idea di modernità (II, libertà; III, uguaglianza, IV, solidarietà) incastonata tra i guadagni più alti raggiunti dall’istituto democratico (I, dignità; V, cittadinanza; VI, giustizia) rappresenta l’impegno di responsabilità civile e di dovere giuridico verso i diritti in essa affermati. In una Dichiarazione il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (CCEE) la riconosce e la valuta positivamente come momento del "processo di rafforzamento del quadro istituzionale" dell’UE, criticandone tuttavia "l’assenza di ogni riferimento a Dio" e l’ambiguità o l’inadeguatezza in riferimento alla clonazione, alla famiglia, e al mancato riconoscimento della "specifica rilevanza giuridica e istituzionale" delle Chiese (in precedenza il Segretariato della Commissione degli episcopati della Comunità Europea aveva elaborato una bozza propositiva di diritti cui riconoscere forza giuridica vincolante; cf. Regno-doc. 11,2000,373ss). In un suo messaggio al presidente del CCEE, card. M. Vlk, Giovanni Paolo II sottolinea, tra l’altro, l’attuale fusione d’orizzonte fra vicenda del continente e vita della Chiesa, incita al cammino sulla via dell’unità e riafferma l’importanza del valore della famiglia (cf. riquadri alle pp. 632 e 634). Originale: stampa da supporto magnetico in nostro possesso.

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Leggi anche

Documenti, 2025-13

Una missione globale per l'UE

Commissione degli episcopati dell’Unione Europea (COMECE)

«In un ambiente globale plasmato dalla rivalità geopolitica, dall’accelerazione dei cambiamenti tecnologici e dalle ambizioni strategiche delle potenze in ascesa, l’UE si trova di fronte a sfide significative per mantenere la propria credibilità e la propria presenza a livello globale, mantenendo coerentemente l’impegno verso la propria visione fondativa». Nel documento di riflessione intitolato Il ruolo dell’Unione Europea in un mondo in cambiamento. Dalla visione fondativa a una missione globale, pubblicato il 23 giugno in vista del Consiglio europeo del 26-27 giugno e nel contesto delle discussioni sul Quadro finanziario pluriennale post-2027, i vescovi cattolici dell’Unione Europea riconoscono la necessità di una difesa armata di fronte allo sconvolgimento in atto dell’ordine mondiale. Tuttavia chiedono che l’Unione Europea non abdichi dai suoi principi fondativi e dal suo essere nata come progetto di pace. «Se l’UE vuole rimanere un attore globale credibile, non deve cercare di recuperare il dominio politico o la centralità geografica, né il suo contributo deve ridursi unicamente alla fornitura di soluzioni economiche e tecnologiche. La peculiarità dell’UE dovrebbe risiedere soprattutto nella sua identità di vera e propria “unione nella diversità”, che rinnova costantemente il suo impegno nei confronti dello spirito della sua visione fondativa e sviluppa ulteriormente la sua capacità d’iniziativa per perseguire la solidarietà pratica e la pace, sia tra i suoi membri che nelle sue relazioni con il mondo intero».

 

Documenti, 2025-11

Questa non è giustizia

Episcopati cattolici dell’Unione Europea (COMECE) e dell’Africa (SCEAM)

«Abbiamo assistito a un profondo cambiamento nelle priorità europee, che si sono allontanate dalla solidarietà con le regioni e le comunità più fragili e dalla cooperazione allo sviluppo finalizzata a sradicare la povertà e la fame, a favore di una serie di interessi geopolitici ed economici più ristretti. Nonostante le lodevoli intenzioni che stanno dietro ad alcuni progetti che promuovono lo sviluppo umano alla base, alcune iniziative sostenute nell’ambito del Global Gateway dell’UE – pur essendo presentate come reciprocamente vantaggiose – sembrano troppo spesso replicare i modelli estrattivi del passato: privilegiando gli obiettivi aziendali e strategici europei rispetto ai reali bisogni e aspirazioni delle popolazioni africane».

Ha usato toni inusualmente critici la Dichiarazione congiunta del Simposio delle Conferenze episcopali dell’Africa e del Madagascar (SCEAM) e della Commissione degli episcopati dell’Unione Europea (COMECE), pubblicata il 15 maggio in vista della riunione dei ministri degli Esteri dell’Unione Africana e dell’Unione Europea del 21 maggio 2025. Intitolata «Perché sappiamo che le cose possono cambiare» (Laudato si’, n. 13), afferma tra l’altro che «è eticamente insostenibile chiedere che l’Africa diventi la discarica per la “transizione verde” dell’Europa».

Documenti, 2024-13

Continuare a unire l’Europa

Commissione degli episcopati dell’Unione Europea (COMECE)

Non sfugge ai vescovi cattolici europei la vastità e gravità delle sfide che l’Unione Europea ha davanti, e in due recenti prese di posizione dell’organismo che li rappresenta, la Commissione degli episcopati dell’Unione Europea (COMECE), queste sfide sono tutte elencate: la guerra portata dalla Russia contro l’Ucraina nel cuore del continente; un allargamento, che nel 2024 compie 20 anni, che si è compiuto senza creare un vero spirito europeo; la richiesta di adesione di altri paesi dell’Est. Tuttavia – si legge nella Dichiarazione del 22 aprile intitolata Continuiamo a costruire insieme l’Europa – l’episcopato cattolico europeo è fortemente convinto della bontà del progetto continentale: «Oltre a essere una necessità geopolitica per la stabilità del nostro continente, consideriamo la prospettiva di una futura adesione all’UE come un forte messaggio di speranza per i cittadini dei paesi candidati e come una risposta al loro desiderio di vivere in pace e giustizia».

E il caposaldo di questo progetto è la democrazia, hanno affermato nella presa di posizione intitolata Rafforzare la cultura della democrazia (31.5.2024), poiché «la dignità di ogni residente in Europa, i diritti umani, i valori della giustizia, della solidarietà e della sussidiarietà sono intrecciati con la democrazia». Questo a una settimana dalle elezioni europee del 6-9 giugno, per le quali cf. Regno-doc. 7,2024,193.