Concluso il Cammino sinodale che ha impegnato la Chiesa cattolica italiana dal 2021 al 2025, ai vescovi «spetta adesso tracciare le linee pastorali per i prossimi anni», come ha sottolineato il 20 novembre papa Leone nel suo discorso all’Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana (17-20.11.2025), in cui ha voluto offrire «qualche riflessione affinché cresca e maturi uno spirito veramente sinodale nelle Chiese e tra le Chiese del nostro paese». Leone ha chiesto ai vescovi di proseguire sulla strada degli accorpamenti delle diocesi, di rispettare la norma dei 75 anni per la conclusione del servizio degli ordinari nelle diocesi, di favorire una maggiore partecipazione di persone nella consultazione per la nomina di nuovi vescovi.
Per attuare il Cammino sinodale appena concluso, la CEI ha affidato a un gruppo di vescovi «il compito di indicare percorsi di studio e approfondimento per il discernimento degli orientamenti e delle proposte del Documento di sintesi, in particolare quelli rivolti alla Conferenza episcopale italiana».
L’Assemblea ha anche approvato i documenti L’insegnamento della religione cattolica: laboratorio di cultura e dialogo ed Educare a una pace disarmata e disarmante; e ha approvato per un anno ad experimentum la riforma degli Uffici e dei Servizi della Segreteria generale.
Nel corso dell’81a Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana ad Assisi sono stati approvati anche un Appello per la pace, letto durante la veglia del 19 novembre, e una Mozione, pubblicata il 21 novembre (www.chiesacattolica.it). Di seguito il testo della mozione.
Il Documento finale della seconda sessione della XVI Assemblea generale del Sinodo dei vescovi, celebratasi dal 2 al 27 ottobre 2024, rappresenta il culmine di un lungo itinerario sul tema «Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione», avviato nel 2021 con un processo di consultazione di una dimensione inedita nella storia dell’istituzione sinodale.
Questo cammino «si è svolto nella luce del magistero» del concilio Vaticano II, «mettendo in atto ciò che il Concilio ha insegnato sulla Chiesa come mistero e popolo di Dio», anzi «costituisce un vero atto di ulteriore recezione del Concilio, ne prolunga l’ispirazione e ne rilancia per il mondo di oggi la forza profetica» (n. 5).
Il Documento finale votato dall’Assemblea e pubblicato il 26 ottobre, insieme al percorso che lo ha preceduto, si offre come esempio e strumento di una sinodalità che esige «pentimento e conversione» (n. 6), da applicare alle relazioni interne alla Chiesa, anche mediante «la modifica dei processi decisionali» (n. 11). Occorre promuovere, in ottica missionaria, «la valorizzazione dei contesti, delle culture e delle diversità» (n. 40), per «coltivare in forme nuove lo scambio dei doni e l’intreccio dei legami che ci uniscono nella Chiesa» (n. 11). Consapevoli che «il processo sinodale non si conclude…, ma comprende la fase attuativa, a partire dalle Chiese locali, mediante un «quotidiano cammino… di consultazione e discernimento» (n. 9).
Attualità
Documenti
Moralia
il Regno delle Donne
Newsletter
{{resultMessage}}
{{warningMessage}}
{{resultMessage}}