Anche in mezzo ai profondi cambiamenti antropologici e sociologici che caratterizzano le società attuali, per la Chiesa cattolica la parrocchia rimane il «segno della presenza permanente del Signore risorto in mezzo al suo popolo». Tuttavia proprio per i cambiamenti suddetti «occorre individuare prospettive che permettano di rinnovare le strutture parrocchiali “tradizionali” in chiave missionaria. È questo il cuore della desiderata conversione pastorale, che deve toccare l’annuncio della parola di Dio, la vita sacramentale e la testimonianza della carità, ovvero gli ambiti essenziali nei quali la parrocchia cresce e si conforma al Mistero in cui crede».
L’istruzione La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa, pubblicata dalla Congregazione per il clero il 20 luglio – mentre diversi episcopati nazionali e macro-regionali stanno elaborando ipotesi di riforma della strutturazione pastorale –, procede quindi a indicare, essenzialmente sulla base del vigente Codice di diritto canonico, quali siano i limiti delle possibilità di cambiamento della struttura della parrocchia, ribadendo il ruolo centrale del parroco; qualche spazio si apre per i diaconi.
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