«La sinodalità non va intesa come fine a se stessa. Si tratta piuttosto di “abbattere strutture rigide” e promuovere “la crescita e la vitalità della Chiesa al servizio delle persone e dell’unica umanità”, con riferimento alla “indispensabile missione affidataci da Gesù”». Con queste parole la Conferenza episcopale dell’Austria introduce la «sintesi nazionale» del processo di consultazione avviato nelle diocesi un anno fa, in conformità con le indicazioni di papa Francesco e della Segreteria del Sinodo. A una prima, più breve sezione di «rilettura dell’esperienza sinodale», in cui si sottolineano tanto le difficoltà quanto le sorprese del metodo della «conversazione spirituale», fa seguito una più ampia sezione che raccoglie in nove punti i contenuti ripetutamente sollevati nel corso del processo sinodale austriaco, tra i quali spiccano i temi della «condivisione della responsabilità per la comune missione», del «dialogare» e dell’«autorità e partecipazione». All’interno di quest’ultimo è compresa la questione della partecipazione delle donne, che «viene affrontata criticamente nella maggior parte dei contributi».
La Sintesi nazionale sul processo sinodale è stata presentata a Vienna il 21 settembre.
Pubblicata il 27 maggio in vista della solennità di Pentecoste, che nelle Chiese germanofone è molto sentita, la lettera pastorale dei vescovi austriaci Per una normalità spiritualmente rinnovata affronta il tema della ripresa della vita «normale» dopo la crisi del coronavirus (è stata la prima conferenza episcopale a farlo).
«In questa fase critica auspichiamo una riflessione obiettiva sul passato e una convivenza costruttiva, cosa che è possibile in una democrazia viva. Il criterio decisivo deve essere il bene comune, senza per questo trascurare i diritti alla libertà dell’individuo. Per questa ponderazione, delicata ma necessaria, abbiamo veramente bisogno di uno Spirito nuovo! Il miracolo di intesa e cambiamento della prima Pentecoste è possibile, e necessario, anche oggi».
I doni dello Spirito sono quindi attualizzati nella fase di ricostruzione della società che i paesi colpiti dalla pandemia si trovano ad affrontare, con l’auspicio di un «patto nazionale di solidarietà per permettere un buon futuro a tutte le persone che vivono in Austria».
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