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Documenti, 13/1988, 01/07/1988, pag. 390

Status teologico e giuridico delle conferenze episcopali

Congregazione per i vescovi

Leggi anche

Documenti, 2018-21

Risposta all’ex nunzio Carlo Maria Viganò

Sala stampa vaticana; card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi

In ottobre la Santa Sede ha risposto ufficialmente all’ex nunzio negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò, che il 26 agosto (bit.ly/2Cds6CT) e il 27 settembre aveva pubblicato due dossier sull’immoralità dell’ex cardinale ed ex arcivescovo di Washington Theodore McCarrick, e aveva chiesto le dimissioni di papa Francesco e di altri numerosi prelati della curia romana (cf. Regno-att. 16,2018,452). La risposta della Santa Sede si è espressa in un Comunicato della Santa Sede, pubblicato il 6 ottobre, e in una Lettera aperta sulle recenti accuse alla Santa Sede del card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i vescovi, pubblicata dalla Sala stampa vaticana il 7 ottobre. Mentre nel Comunicato si afferma che la Santa Sede sta integrando l’indagine già svolta dall’arcidiocesi di New York con «un ulteriore accurato studio dell’intera documentazione presente negli archivi dei dicasteri e uffici della Santa Sede riguardanti l’allora cardinale McCarrick», e che «non mancherà, a tempo debito, di rendere note le conclusioni del caso», la Lettera del card. Ouellet ribatte alle accuse di mons. Viganò e gli chiede di uscire dalla clandestinità e di pentirsi della sua «rivolta». Il 19 ottobre mons. Viganò ha reso noto un terzo dossier.

Documenti, 2009-3

Con grande afflizione. La scomunica del 1988. Decreto

Congregazione per i vescovi
All’indomani della remissione della scomunica ai vescovi lefebvriani (cf. in questo numero alle pp. 69ss), l’opinione pubblica ecclesiale ha iniziato a interrogarsi sulla nuova situazione canonica e pastorale degli aderenti alla Fraternità San Pio X: su quali atti cioè siano ancora necessari perché essi possano dirsi in piena comunione con la Chiesa di Roma. Come contributo alla riflessione, riproponiamo qui i principali atti ufficiali con cui la Santa Sede aveva definito, per tutto il periodo di durata della scomunica, tale situazione: il decreto di scomunica, il motu proprio Ecclesia Dei (cf. Regno-doc. 15,1988,477ss), una risposta della Congregazione per i vescovi ad alcuni quesiti del vescovo svizzero N. Brunner e una nota che il Pontificio consiglio per l’interpretazione dei testi legislativi ha redatto su richiesta della stessa Congregazione per i vescovi (cf. Regno-doc. 17,1997,528ss). Ne emergono: la scomunica per chi aderiva formalmente a quel «movimento scismatico», l’acefalia dei chierici ordinati da Lefebvre prima del 1988, l’illiceità della partecipazione alle loro celebrazioni.
Documenti, 2009-3

Con grande afflizione. Interpretazione autorevole. Risposta

Congregazione per i vescovi
All’indomani della remissione della scomunica ai vescovi lefebvriani (cf. in questo numero alle pp. 69ss), l’opinione pubblica ecclesiale ha iniziato a interrogarsi sulla nuova situazione canonica e pastorale degli aderenti alla Fraternità San Pio X: su quali atti cioè siano ancora necessari perché essi possano dirsi in piena comunione con la Chiesa di Roma. Come contributo alla riflessione, riproponiamo qui i principali atti ufficiali con cui la Santa Sede aveva definito, per tutto il periodo di durata della scomunica, tale situazione: il decreto di scomunica, il motu proprio Ecclesia Dei (cf. Regno-doc. 15,1988,477ss), una risposta della Congregazione per i vescovi ad alcuni quesiti del vescovo svizzero N. Brunner e una nota che il Pontificio consiglio per l’interpretazione dei testi legislativi ha redatto su richiesta della stessa Congregazione per i vescovi (cf. Regno-doc. 17,1997,528ss). Ne emergono: la scomunica per chi aderiva formalmente a quel «movimento scismatico», l’acefalia dei chierici ordinati da Lefebvre prima del 1988, l’illiceità della partecipazione alle loro celebrazioni.