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Documenti
Documenti, 21/1986, 01/11/1986, pag. 654

Con il cuore nuovo e uno spirito nuovo

Episcopato

Leggi anche

Documenti, 2025-3

Orientamenti e norme per i seminari

Episcopato italiano

Il 9 gennaio, dopo la conferma da parte del Dicastero vaticano per il clero, è entrata in vigore ad experimentum per tre anni la Ratio nationalis institutionis sacerdotalis, cioè il documento, approvato dall’Assemblea generale della Conferenza episcopale italiana del novembre 2023, che stabilisce le linee guida per la formazione dei seminaristi.

Il principale intento di La formazione dei presbiteri nelle Chiese in Italia. Orientamenti e norme per i seminari è quello di recepire e dare un’applicazione adatta al contesto italiano alla Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis, gli orientamenti promulgati dalla Santa Sede nel 2016. Tuttavia, essendo stato elaborato durante lo svolgimento del Cammino sinodale della Chiesa italiana e del Sinodo della Chiesa universale sulla sinodalità, in sintonia con le istanze ivi emerse integra un maggiore collegamento del percorso formativo dei seminaristi con la vita quotidiana della comunità cristiana.

Circa il tema dell’omosessualità, caratteristica che secondo le norme vigenti impedisce l’accoglienza in seminario, si afferma: «Nel processo formativo, quando si fa riferimento a tendenze omosessuali, è anche opportuno non ridurre il discernimento solo a tale aspetto, ma, così come per ogni candidato, coglierne il significato nel quadro globale della personalità del giovane… L’obiettivo della formazione del candidato al sacerdozio nell’ambito affettivo-sessuale è la capacità di accogliere come dono, di scegliere liberamente e vivere responsabilmente la castità nel celibato» (n. 44).

Documenti, 2017-11

La donna nella società dominicana

Lettera pastorale dell'episcopato dominicano

Conferenza dell’episcopato della Repubblica Dominicana

«In questa società, segnata dalla brama di denaro, si strumentalizza tutto. Si vuole strumentalizzare anche la donna dominicana e utilizzarla come un bene di consumo. Molte volte, tanto lei quanto il frutto sacro del suo grembo sono visti come un oggetto di scarto». Consapevoli del ruolo sociale che le donne rivestono nella società dominicana, i vescovi sono altrettanto convinti che la vita di molte di loro sia spesso una «via crucis», segnata da «una spirale di violenza» individuale, sociale e culturale, anche a motivo di quelle ideologie che mirano a «distruggere la famiglia». Prende le mosse da questa osservazione della realtà contemporanea dominicana riguardo alla donna la lettera pastorale che la Conferenza dell’episcopato della Repubblica Dominicana ha pubblicato il 18 gennaio 2017, collocando la questione della dignità della donna nel più vasto itinerario di evangelizzazione per l’anno in corso.

Il documento sottolinea poi la presenza nella Scrittura del fondamento di tale dignità e la testimonianza che essa contiene della speciale sensibilità femminile per le cose di Dio, cui fanno riscontro le parole che Gesù rivolge alla donna. Da ultimo i vescovi, rinviando ripetutamente al magistero di papa Francesco, descrivono il ruolo preponderante che la donna, in veste di religiosa, di operatrice pastorale ai più vari livelli e anche in veste di teologa, svolge nella Chiesa dominicana: «Dove ci sono le donne, la Chiesa ha i piedi e cammina».

Documenti, 2014-7

Chierici e minori: linee guida / 2

Episcopato italiano
Il Consiglio permanente della CEI nella riunione di fine gennaio (cf. Regno-doc. 3,2014,975ss) ha licenziato il nuovo testo delle Linee guida per i casi di abuso sessuale nei confronti di minori da parte di chierici. Come indica la Nota redazionale della stessa CEI, la prima versione (Regno-doc. 11,2012,362), che era stata approvata dall’Assemblea dei vescovi nel maggio 2012, ha ricevuto «alcune osservazioni e suggerimenti » da parte della Congregazione per la dottrina della fede con una comunicazione del 7 maggio 2013. Così, «recependo tali indicazioni e suggerimenti, la Conferenza episcopale italiana ha provveduto a rivedere le disposizioni del testo originario e a riformulare i periodi segnalati come richiesto». Il testo – che qui pubblichiamo e le cui parti variate sono evidenziate in colore – integra il precedente laddove dichiara la necessità «morale» che il vescovo contribuisca «al bene comune» e ribadisce che la «presentazione della denuncia in ambito canonico non comporta né implica in alcun modo la privazione o la limitazione del diritto di sporgerla innanzi alla competente autorità giudiziaria civile».