L'oracolo di Delfi «non dice né nasconde, ma dà un segno» (Eraclito). L’umore del momento attuale è nerissimo. L’ecologia, più o meno profonda (l’«ecologia profonda» è una corrente di pensiero caratterizzata dal rifiuto dell’antropocentrismo; ndt), annuncia il peggio riguardo all’avvenire del pianeta, ne è testimone il film di Nicolas Hulot La sindrome del Titanic (2009) o quello di David Guggenheim, sostenuto dall’ex vicepresidente Al Gore, Una scomoda verità (2006). Altri predicono non soltanto lo scontro delle civiltà, ma lo scatenamento di un’incontrollabile violenza terrorista. L’antropologo René Girard ritiene che qualunque argine politico alla violenza sia ormai inutile, visto che siamo ineluttabilmente trascinati in una sovversione generalizzata, e che dunque l’apocalisse sia già arrivata. A suo parere, «oggi siamo veramente davanti al nulla».
Il dibattito attorno al nodo teologico-politico sembra essere chiuso da tempo. E lo è per una ragione soprattutto. Con insolenza e a titolo di provocazione ci si potrebbe spingere ad affermare che il cristianesimo ha finito per imporre la sua «agenda». Ormai nessuno osa più contestare frontalmente l’affermazione secondo cui la distinzione fra Cesare e Dio, fra temporale e spirituale, è liberatrice tanto per il politico – che essa previene dalla sacralizzazione dei poteri –, quanto per la religione – che essa richiama all’ordine contro le tentazioni del dominio universale –. Numerosi musulmani, almeno in Occidente, riconoscono che questa distinzione non è affatto ignorata dal Corano e che ormai si tratta piuttosto di concepirne meglio l’articolazione.
STUDIO DEL MESE
Chiesa e democrazia
Le inquietudini morali
Nel
difficile contesto etico e morale di
societ�
individualistica e libertaria le Chiese debbono
ritrovare
modalit� di presenza e di parola coerenti
col
Vangelo. Di fronte al nichilismo che sconvolge
il
senso dei riferimenti fondamentali nulla � pi�
importante
che fare desiderare la vita...