Attualità, 14/2007, 15/07/2007, pag. 463
Il Leviatano vacilla. Smarrimento del fattore politico e forza di quello religioso
Il dibattito attorno al nodo teologico-politico sembra essere chiuso da tempo. E lo è per una ragione soprattutto. Con insolenza e a titolo di provocazione ci si potrebbe spingere ad affermare che il cristianesimo ha finito per imporre la sua «agenda». Ormai nessuno osa più contestare frontalmente l’affermazione secondo cui la distinzione fra Cesare e Dio, fra temporale e spirituale, è liberatrice tanto per il politico – che essa previene dalla sacralizzazione dei poteri –, quanto per la religione – che essa richiama all’ordine contro le tentazioni del dominio universale –. Numerosi musulmani, almeno in Occidente, riconoscono che questa distinzione non è affatto ignorata dal Corano e che ormai si tratta piuttosto di concepirne meglio l’articolazione.
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