Pontificia accademia delle scienze, Pontificia accademia delle scienze sociali
«Il consumo non sostenibile unito alle attuali dimensioni della popolazione mondiale e all’uso di tecnologie non appropriate è causalmente collegato alla distruzione della sostenibilità e della resilienza del mondo (...) nonché alle diseguaglianze sempre più macroscopiche nella distribuzione della ricchezza e nei redditi in molte società». Porta la data del 29 aprile la dichiarazione Climate Change and the Common Good. A Statement of the Problem and the Demand for Transformative Solutions, pubblicata al termine del simposio sul tema «Proteggere la terra, nobilitare l’umanità. Le dimensioni morali dei cambiamenti climatici e lo sviluppo sostenibile», organizzato dalla Pontificia accademia delle scienze in collaborazione con Religioni per la pace. L’evento, svoltosi il 28 aprile in Vaticano, ha inteso ribadire con forza la serietà del problema («c’è il grave rischio che il sistema terra oltrepassi soglie critiche e punti di non ritorno») e affermare la necessità di una rivoluzione etica che possa sostenere un riorientamento radicale e duraturo dei comportamenti verso il creato e verso i più poveri del quale le religioni sono chiamate a farsi responsabilmente carico: «Le religioni possono e dovrebbero assumere un ruolo guida in questa trasformazione di atteggiamento».
Aa. Vv. Gruppo di lavoro incaricato dalla Pontificia accademia delle scienze
«L’umanità ha creato l’era dell’Antropocene e con essa deve ora convivere. Questo richiede però una nuova consapevolezza dei rischi che le azioni dell’uomo stanno avendo sulla Terra e sui suoi sistemi, inclusi i ghiacciai». Un gruppo di scienziati, convocato dalla Pontificia accademia delle scienze, si è riunito in Vaticano dal 2 al 4 aprile 2011 «per discutere del destino dei ghiacciai (…) e per considerare gli interventi necessari a stabilizzare il cambiamento climatico che li sta influenzando». La dichiarazione ufficiale al termine dei lavori «è un avvertimento all’umanità e una richiesta di intervento immediato – per mitigare il riscaldamento globale, per proteggere i ghiacciai e altri ecosistemi vulnerabili, per valutare i rischi climatici globali e locali», ma anche «per prepararsi e adattarsi a quegli impatti climatici che non possono essere mitigati». Tra i fenomeni cui occorrerà prepararsi, quello dei cosiddetti «rifugiati ambientali», ovvero di coloro che saranno «costretti ad abbandonare la loro terra d’origine per motivi legati (…) al degrado dell’ambiente», è uno dei temi centrali del messaggio pubblicato dalla CEI (12.6.2011) in vista della VI Giornata per la salvaguardia del creato (cf. riquadro alle pp. 398-399).