G. Mocellin, Cronache di un piccolo cristiano
Sulla cifra della piccolezza, cara a maestri dello Spirito come santa Teresina del Bambin Gesù, Charles De Foucauld, madre Teresa, solo per citarne alcuni, fa centro il nuovo libro Cronache di un piccolo cristiano. Dieci anni dopo l’arrivo di Francesco, vengono messi a fuoco quei «santi della porta accanto» che sono il fondamento ultimo della Chiesa-istituzione su cui, appunto, i vaticanisti comunicano.
San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2023, pp. 143, € 13,00.
L’eccentrica e per certi versi in via d’estinzione categoria dei giornalisti vaticanisti è destinata a raccontare molto dell’istituzione di cui quotidianamente si occupa ma molto meno degli individui che la compongono in maniera cospicua e che ne sono, in fondo, il cuore pulsante: a volte quieto e docile, a volte vociante e arrabbiato, il più delle volte silenzioso.
È di qui che da tempo il giornalista, già caporedattore e tuttora collaboratore de Il Regno (nonché di Avvenire e di Jesus), Guido Mocellin, ha preso le mosse. Da quei cristiani feriali che animavano le cronache di Un cristiano piccolo piccolo pubblicato da EDB nel 2010, che accompagnavano nelle loro storie anche «irregolari» quel magistero della misericordia che si sarebbe fatto strada di lì a poco con il pontificato di Bergoglio.
Ora sulla cifra della piccolezza, cara a maestri dello Spirito come santa Teresina del Bambin Gesù, Charles De Foucauld, madre Teresa, solo per citarne alcuni, fa centro il nuovo libro Cronache di un piccolo cristiano. Dieci anni dopo l’arrivo di Francesco, vengono messi a fuoco quei «santi della porta accanto» che sono il fondamento ultimo della Chiesa-istituzione su cui, appunto, i vaticanisti comunicano.
Una santità feriale, a volte incerta e dubbiosa, ma sincera; il voler vivere una fede intima ma non per questo invisibile agli occhi di chi la sa cogliere. L’anelito all’«oltre» che fa i conti con le perdite dei propri cari, la malattia, la sofferenza; ma anche la gioia e lo stupore di trovare Dio dove non te lo aspetti. A voler indagare con occhio clinico, poi, i temi oggetto del dibattito ufficiale ci sono tutti: la dignità del morire, la liturgia, la morale sessuale, il rapporto fra Tradizione e storia, la pietà popolare…
Sono i tratti salienti di questi quadretti brevi – nel formato della rubrica di Jesus che li ha ospitati –, delicati e mai stucchevoli; alcuni veri, tratti da occasioni vissute dall’autore che li ha saputi cogliere; altri verosimili; tutti accomunati dall’idea che la fede, nonostante tutte le trasformazioni possibili e quantificabili, può continuare a vivere e a portare frutto. Soprattutto che la si può ancora raccontare.
Maria Elisabetta Gandolfi