Francesco – Incontro con al-Sistani: sì all’uguaglianza, forse sulla fratellanza
Nel corso della conferenza stampa concessa durante il volo di ritorno dall’Iraq, a papa Francesco è stata posta una domanda sulla possibilità d’appoggiarsi all’idea di fraternità anche sul fronte dei rapporti con l’islam sciita. Dopo essersi richiamato al documento di Abu Dhabi (4.2.2019) firmato assieme al grande imam sunnita di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib, e all’enciclica Fratelli tutti, il papa ha affermato che con al-Sistani si è compiuto un primo passo in ambito sciita a cui seguiranno altri.
Nel corso della conferenza stampa concessa durante il volo di ritorno dall’Iraq, a papa Francesco è stata posta una domanda sulla possibilità d’appoggiarsi all’idea di fraternità anche sul fronte dei rapporti con l’islam sciita. Dopo essersi richiamato al documento di Abu Dhabi (4.2.2019) firmato assieme al grande imam sunnita di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyib, e all’enciclica Fratelli tutti, il papa ha affermato che con al-Sistani si è compiuto un primo passo in ambito sciita a cui seguiranno altri.
Francesco ha poi testualmente aggiunto: «L’ayatollah al-Sistani ha una frase che cerco di ricordare bene: gli uomini sono o fratelli per religione o uguali per creazione. La fratellanza e l’uguaglianza, ma al di sotto dell’uguaglianza non possiamo andare». Non è dato sapere altro. Le considerazioni che seguiranno, invero non specificatamente riferite all’ambito sciita, si collocano perciò nell’ambito del verosimile.
Come intendere quel doppio «o»? Non è certo un «aut aut»; comunque anche se fosse un «vel vel» le conseguenze sarebbero rilevanti. Sembra infatti che la frase sia orientata a non assegnare all’idea di fratellanza il valore universale di cui è dotata l’uguaglianza.
«Uomini, Noi vi abbiamo creati da un maschio e da una femmina e abbiamo fatto di voi vari popoli e tribù affinché vi conosciate a vicenda; ma il più nobile di voi è colui che teme Dio. Dio è sapiente e informato di tutto» (Corano 49,13).
Il versetto coranico costituisce una prova inconfutabile dell’origine unitaria del genere umano (in ciò vi è una piena consonanza con la prospettiva biblica). Per volontà di Dio l’unità originaria si è diversificata in gruppi (popoli e tribù) chiamati a conoscersi reciprocamente, il che avviene pienamente solo là dove si attesta la presenza del Creatore («il più nobile tra voi è colui che teme Dio»).
Pochi versetti prima del detto ora riportato si legge: «I credenti sono fratelli. Mettete pace fra i vostri fratelli e temete Dio affinché Dio abbia misericordia di voi» (Corano 49,10). Sorge una domanda: la dimensione della fratellanza dipende dalla comune condizione creaturale o si regge su una concorde adesione alla fede?
In epoca recente, la prima alternativa è stata affermata in maniera solenne nel documento di Abu Dhabi Sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune. In una delle sue premesse si legge che il testo è stato stilato: «In nome di Dio che ha creato tutti gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro, per popolare la terra e diffondere in essa i valori del bene, della carità e della pace» (Regno-doc. 5,2019,129s).
La fratellanza chiede uno sforzo
Sembra d’obbligo concludere che il messaggio complessivo del documento sia che gli esseri umani siano fratelli tra loro in virtù della creazione.1 Tuttavia non pare trascurabile rilevare che, mentre l’essere uguali in diritti, doveri e dignità viene espresso in maniera affermativa, la fratellanza è collocata in un orizzonte apparentato con il «dover essere» («e li ha chiamati a convivere come fratelli»).
Per quanto si debba essere cauti a indicarne un influsso più o meno diretto, va notato che il 1o articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani (1948) afferma: «Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza». L’essere fratelli, più che un punto di partenza inalienabile, è una meta da conseguire. Nel documento di Abu Dhabi si afferma: «li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro» (ivi).2
Non vi è dubbio che i musulmani, in virtù della loro comune appartenenza, siano fratelli fra loro. Il detto coranico «i credenti sono fratelli» trova riscontro nel discorso tenuto da Muhammad durante il suo «pellegrinaggio di addio» (632 d. C.). In un suo passo si legge: «O gente! Ascoltate le mie parole e meditatele bene: sappiamo che ogni musulmano è fratello di ogni altro musulmano: tutti i musulmani sono fratelli».3
Riprendiamo il versetto : «I credenti sono fratelli. Mettete pace fra i vostri fratelli e temete Dio». In arabo il passo è caratterizzato da una specifica particella grammaticale (innama) che comporta un senso tanto esclusivo quanto amplificante. Secondo il commentatore coranico al-Rāzī (854-925), la particella è stata introdotta per indicare una restrizione: «nessuna fratellanza salvo che tra i musulmani». Non a caso il versetto formula anche l’imperativo di riconciliare i musulmani in lite.4
Il passaggio è chiave: la fratellanza, il perdono e la riconciliazione si collocano nell’ambito di chi partecipa a una specifica comunità religiosa (cf. Mt 18,15-18). Se letto in questa luce, il detto attribuito ad al-Sistani non consentirebbe, quindi, un’estensione universale dell’idea di fratellanza, operazione invece giustificata rispetto all’uguaglianza.
Le ipotesi qui avanzate non intaccano minimamente, è ovvio, la portata storica del viaggio di papa Francesco; suggeriscono però, in sintonia con quanto espresso dallo stesso Bergoglio, che rispetto all’auspicata «teologia della fratellanza» si sono compiuti i primi passi, mentre molti altri ne restano ancora da fare.
Piero Stefani
1 In questo senso il messaggio è stato sicuramente assunto nelle ampie citazioni del documento riportate nell’enciclica di papa Francesco Fratelli tutti, cf. in particolare n. 285.
2 Per un succinto esame dell’idea di fratellanza secondo l’islam, cf. M. Campanini, «Fratellanza umana e appartenenza religiosa nel Corano», in Francesco, Fratelli tutti. Sulla fraternità e l’amicizia sociale, «Scholé», Morcelliana, Brescia 2020, 191-198.
3 Cit. in S. Noja, Maometto profeta dell’islam, Mondadori, Milano 1985, 312.
4 M.A. Amir Moezzi (a cura di), Dizionario dell’islam, Mondadori, Milano 2007, 169s.