Diritti di genere
Dialoghi religiosi e culturali
Il cambiamento di sesso è uno dei banchi di prova dove la differenza tra diritti «secolari», che rivendicano l’autonomia dell’uomo da qualsiasi normativa, e diritti «religiosi», che ne predicano la dipendenza, emerge con maggiore chiarezza (Ferrari). All’interno delle confessioni cristiane esso pone un interrogativo non solo su come agire ma soprattutto su come interpretare la questione del «genere», tematizzato spesso come una minaccia (Sgroi). Concretamente quali vie stanno percorrendo ebraismo, cristianesimo e islam? Principalmente due. Una è quella basata sul principio del male minore, «una soluzione pragmatica di grande utilità per risolvere casi concreti», ma che «non fornisce nuovi elementi per dare una soluzione non contingente al problema». L’altra è quella che attribuisce maggior rilievo alla nozione d’integrità psico-fisica dell’identità sessuale della persona. Ma «anche in questo caso il presupposto è quello dell’esistenza di una situazione patologica da risolvere, non la libera determinazione della propria identità di genere» di un soggetto non affetto da alcuna patologia. I diritti dei paesi europei, aiutati dai potenziamenti tecnologici, sembrano invece rivendicare questa ultima come nuova frontiera della democrazia.
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