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Attualità
Attualità, 18/2018, 15/10/2018, pag. 543

Perché l'Humanae vitae

Il volume di Marengo e una nuova comprensione della genesi dell’enciclica

Daniele Menozzi

La conoscenza di un’enciclica – uno degli atti solenni in cui, dalla metà del Settecento, si esprime il magistero pontificio – trova uno dei momenti euristicamente più rilevanti nella ricostruzione del suo processo redazionale. Ora Gilfredo Marengo, docente di Antropologia teologica presso il Pontificio istituto teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del matrimonio e della famiglia, pubblica per la Libreria editrice vaticana un volume sulla genesi dell’Humanae vitae, l’ultima enciclica di Paolo VI, promulgata mezzo secolo fa, nel luglio del 1968.

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Daniele Menozzi

Quella di «papa populista» è una critica che è stata rivolta a Francesco, soprattutto a partire da un insistente richiamo al popolo, in primo luogo sotto il profilo ecclesiologico ma con inevitabili risvolti politici, e poi anche a partire dalle sue radici latinoamericane e più nello specifico argentine. Ma su questo punto nella riflessione di papa Bergoglio si registra un progressivo approfondimento, che ha portato Francesco a superare una concezione «neutra» del termine, fino a identificare chiaramente il populismo come una strumentalizzazione della volontà popolare a scopi di potere personale.

La contrapposizione tra «popolo» e «populismo» costituisce l’esito di un percorso che si snoda nel corso dei dodici anni in cui Bergoglio ha svolto il suo servizio petrino. Ricostruirne, sia pure per sommi capi, le tappe consente di cogliere una dinamica interna al pontificato di Francesco ed eliminare un’ombra che pesa nell’interpretazione del suo esercizio del ministero papale.