Europa e teologia pastorale. L’ideologia della paura
Oggi il rischio per l’Europa è d’essere «unita da una cultura della paura» dell’immigrazione, aggravata dall’incertezza del futuro economico. È un sentimento profondo, che taglia trasversalmente molte categorie sociali, come mostrano i dati che qui presenta Michael Zulehner, traendoli da ricerche effettuate nell’area linguistica tedesca e cecoslovacca. Anche se l’appartenenza religiosa forte è sicuramente un fattore di riduzione delle paure e del «razzismo difensivo» – di cui il Club di Roma già parlava nel 1991 –, si fa strada l’idea che sia necessario un nuovo «Piano Marshall» che non solo ricostituisca il tessuto sociale europeo, ma elimini e allenti le tensioni e prosciughi le fonti delle paure. Vistose sono le differenze tra Est e Ovest e riguardano anche le comunità ecclesiali, rispetto alle quali è necessario domandarsi che fare. Più che gli appelli morali, saranno efficaci l’azione politica (controllo delle armi, corridoi umanitari, formazione per i rifugiati), la formazione alla lettura corretta dei media e dei social network, il dialogo interreligioso; e soprattutto l’incontro con «i volti e le storie» concrete dei rifugiati.
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