A
Attualità
Attualità, 18/2017, 15/10/2017, pag. 559

Dialogo interreligioso, giustizia e perdono - Anche Dio aspetta

Premesse di un discorso

Piero Stefani

La «forza del perdono è a un tempo grande e piccola: è debole perché senza pentimento non può davvero agire; ma è vincolante perché il pentimento resta monco quando gli è precluso d’incontrarsi con il perdono». Per poter parlare di «dialogo interreligioso e giustizia riparativa» occorre porre una serie di premesse metodologiche che spesso certa retorica oltrepassa superficialmente, pur animata dal lodevole intento d’aprire processi di riconciliazione. Innanzitutto il dialogo interreligioso è oggi alla ricerca di nuovi fondamenti rispetto ai classici individuati dal Vaticano II. Tuttavia dai testi ebraici emerge un importante assunto: nel perdono «non è tanto l’uomo che deve trascendere se stesso, è piuttosto Dio che (…) non può oltrepassare la misura bilaterale del pentimento-perdono inscritta nei rapporti umani». Il suo intervento è reso invece «necessario» quando la congiunzione tra «pentimento e perdono» non può aver luogo. La giustizia riparativa, infine, «ha in se stessa l’aspirazione che getta ponti verso la misericordia». Giustizia e misericordia si incrociano precariamente nella storia, ma non è casuale che nelle Beatitudini vi sia tra le due contiguità.

La lettura dell'articolo è riservata agli abbonati a Il Regno - attualità e documenti o a Il Regno digitale.
Gli abbonati possono autenticarsi con il proprio codice abbonato. Accedi.

Leggi anche

Attualità, 2023-10

Padre, perdona loro

Ma umanamente è sempre possibile?

Piero Stefani
Paolo [d’ora in poi P.]: «Secondo te è una scusante o un’aggravante?». Simone [d’ora in poi S.]: «Come faccio a rispondere? Scusante o aggravante rispetto a che?». P.: «Hai ragione. Ero sovrappensiero. Parlavo un po’ con me stesso». S.: «Di che si tratta? Conoscendoti dev’essere qualcosa legato alla religione. Quando...
Attualità, 2023-8

Medio Oriente - Israele: di che natura è lo stato

Perché tanti protestano contro la riforma Netanyahu della Corte suprema

Piero Stefani

Dai primi di gennaio Israele è percorso da forti tensioni interne legate al progetto di riforma della Corte suprema. Imponenti manifestazioni di piazza e scioperi hanno indotto a rinviare di un mese la decisione. Nell’impossibilità di prevedere che cosa avverrà in futuro, conviene riflettere sul perché una così vasta parte dell’opinione pubblica, accanto a esponenti politici, militari e della magistratura, ha visto nella riforma un attacco diretto alla democrazia.

 

Attualità, 2023-8

L. Kamel, Terra contesa

Israele, Palestina e il peso della storia

Piero Stefani

Il titolo del libro non riporta date. Non è azzardato classificare la mancanza come una piccola astuzia editoriale. Il testo infatti copre un arco temporale che inizia all’incirca da fine Ottocento per giungere al 1947-1948, biennio in cui avvenne la risoluzione delle Nazioni Unite che prevedeva la divisione della Palestina, la dichiarazione d’indipendenza dello Stato d’Israele e gli avvenimenti affrontati dai due paragrafi: «Profughi arabo-palestinesi e profughi ebrei» (188-191) e «Gli ebrei espulsi dai paesi arabi» (191-195). Il volume non affronta perciò la situazione legata ai Territori occupati dopo la Guerra dei sei giorni (1967).